lunedì 9 luglio 2012

L'alba della consapevolezza e yoga al tramonto: la yogini Chiara D'Ottavi


Abbiamo il grande piacere di pubblicare l'intervista di Chiara D' Ottavi, ricercatrice spirituale, maestra e insegnante di yoga.
Giovane donna da anni impegnata nella pratica e nella conoscenza, molto attiva nella zona di Roma e dei Castelli Romani (vale proprio la pena saperne di più!, ecco il suo sito: http://www.chiaradottavi.com), organizza anche magnifiche sedute di yoga all'aperto e yoga trekking in posti lontani da tutte le cose che rendono insopportabile la città (specie con questo caldo infernale!!).
Carla ha proposto l'intervista e il Dita d' Inchiostro's Club ha deciso di dare spazio, attraverso alcuni articoli, a chi concretamente lavora per migliorare se stesso, offrendo anche agli altri occasioni di riscoperta di se stessi e del mondo.
Chiara non solo offre la possibilità di intervistarla, ma anche di seguirla concretamente in esperienze di contatto con la natura, sia esteriore che interiore. Per questo pubblichiamo, al termine dell'intervista, i prossimi appuntamenti...
Benvenuta dunque Chiara e grazie per aver accettato l'intervista di Carla! 



1) Vorrei iniziare con una domanda molto generale e al tempo stesso personale: sei una giovane donna, già insegnante, instancabile esploratrice. Cosa è per te lo Hata Yoga, cosa ha rappresentato? Riesci a immaginarti in una vita senza lo yoga?
Gran bella domanda! “Lo yoga è scienza ed arte”, una disciplina completa che è al contempo salutistica e spirituale, con implicazioni etiche e filosofiche. Una completezza che è insita nella stessa etimologia della parola “Yoga”, derivante dal sanscrito –yuj, ovvero “unire”, “aggiogare”.
Lo Yoga è unione di corpo, mente e spirito, dell’interno con l’esterno, dell’uomo con la natura e dell’io individuale con il Sé universale.
La validità dello yoga è di inestimabile valore e senza tempo: pur essendo nato in India e come una delle sei darshana (scuole) dell’Induismo, essa è universale e assolutamente non settaria. Gli otto rami dell’Asthanga Yoga, così come inteso nella sua accezione vera e originaria, ovvero secondo il trattato dello yoga scientifico degli Yoga Sutra di Patanjali, rappresentano una guida, un cammino difficile ma senz’altro ricco di bellezza e verità, che può aiutarci ad orientarci in questo mondo difficile e caotico, recuperando la nostra integrità, completezza, rientrando in contatto con l’essenza. Oggi in Occidente vengono enfatizzate le asana (posture) e il pranayama (respirazione), che difatti sono degli ottimi ausili per ritrovare e potenziare la nostra salute.
L’aspetto salutistico dello yoga ha dei benefici straordinari, ed è bello averli vissuti su di me negli anni e poi averli trasmessi e convidisi nell’insegnamento. Vedere le persone recuperare salute, forza, diventare più flessibili e ritrovare la gioia di sentirsi a proprio agio nel proprio corpo è una grande gioia.
Secondo lo yoga, il corpo è uno strumento, un dono per fare esperienza dell’Assoluto, che però non ci appartiene. E proprio grazie a questo, imparariamo ad averne la massima cura. Una cura non fine a se stessa. Mi spiego: talvolta lo yoga viene visto come una sorta di ginnastica dolce per mantenersi “giovani e belli” – e che pure è una naturale conseguenza di una buona pratica – e questa errata convinzione è alquanto limitante e fuorviante. Oltre alle asana e il pranayama, per vivere e gioire della completezza dello yoga è importante a mio avviso “viverne” gli altri aspetti, tutti integrati ed egualmente importanti: dai precetti etici (yama) e le osservanze personali (niyama) all’importanza dell’introspezione (prathayara), della pratica della concentrazione e della meditazione, che dovrebbero condurre al samadhi, lo stato di supercoscienza in cui entriamo in contatto con l’assoluto.


 Incontrare lo yoga sul mio cammino fin da giovanissima è stato un grandissimo dono. Il senso di “Unione” racchiuso nell’etimologia del termine è da intendersi per me nel senso più ampio e totale. Yoga è unione del corpo con la mente e lo spirito, nonché unione tra il dentro e il fuori, quindi “unione”, empatia e amore verso tutti gli esseri viventi e la Natura. “Unione” nel senso di completezza e integrità. Dalla mia prima lezione, nel 1995, mi innamorai di questa meravigliosa disciplina, sentendo di aver trovato, o meglio, ritrovato, un qualcosa di molto molto familiare. Si dice sia così quando abbiamo già praticato… in altre vite. Quindi lo yoga mi accompagna ormai da metà della mia vita.
Sono anche contenta di essermi avvicinata ad esso non perché avessi problemi fisici, emotivi o interiori particolari, ma con con gioia e spirito di ricerca fin da subito, ed è questa la mia impostazione, che negli anni non mi ha mai abbandonato. E grazie allo yoga sono stata sempre meglio. Ho approfondito la disciplina negli anni, ho frequentato corsi e seminari con importanti maestri e insegnanti. Ho iniziato a insegnare, dietro invito dei miei primi insegnanti e poi ho conseguito dei diplomi. Lo yoga mi ha portato a viaggiare in varie parti del mondo e a immergermi nella vita yogica di centri ed ashram in India, USA, Canada e Europa. La ricerca e l’insegnamento mi conducono a continuare a ricercare, proprio per una questione, oltre che di amore per lo yoga, di responsabilità e autenticità nell’insegnamento. Non mi stancherò mai: ogni giorno scopro qualcosa di nuovo. Non basta una vita, davvero, per affinare e perfezionare la meravigliosa arte dello yoga. C’è sempre qualcosa di nuovo e “magico” da scoprire. 
 
Il bello, in tutto ciò, è che lo yoga è una disciplina non competitiva - né verso noi stessi né verso gli altri - e quindi possiamo dedicarci alla sua pratica in modo sereno e soggetivo, nel rispetto dei nostri tempi e ritmi. Questo non vuol dire che non sia un cammino difficile e complesso: la strada verso l’evoluzione è in salita e piena di ostacoli. Ostacoli che, però, vanno viste, a mio avviso, come delle opportunità
Oggi spesso abbiamo paura di sbagliare, ci nascondiamo davanti ai nostri limiti, le nostre paure, le nostre idiosincrasie. Invece, nello yoga l’errore diventa un’occasione per conoscerci meglio e per migliorarci. Soltanto essendo sinceri con noi stessi (satya. Veridicità) possiamo progredire nel cammino dello yoga.
C’è un ostacolo, una difficoltà? Non la “nascondiamo”, anche perché verrebbe fuori prima o poi più radicata e insidiosa di prima, ma la “guardiamo” dritta negli occhi, la viviamo, la comprendiamo e intraprendiamo un viaggio per trasformarla in qualcosa di diverso e positivo. Quando siamo sinceri a noi stessi, non abbiamo più paura, e troviamo delle soluzioni appropriate. La gioia che ne consegue è impagabile.
Grazie allo yoga grandi cambiamenti avvengono in noi a tutti i livelli. E’ anche un cammino di responsabilizzazione, in cui impariamo a conoscerci e a diventare man mano “padroni” della nostra vita. E’ necessario essere seguiti da un insegnante preparato e qualificato in questo percorso, o anche da più figure. Però, con il tempo, arriviamo ad essere completamente responsabili di noi stessi. 
 
Come ha detto Yogananda: “Lo yoga è la scienza del contatto personale con il divino”. Bell’insegnamento, vero?
E detto questo, sempre parafrasando un grande maestro, Swami Vishnu Devananda:“La salute è ricchezza, felicità è pace mentale. Lo yoga mostra la via”.
Lo yoga è uno dei cammini che ci consentono di recuperare l’essenzialità della vita, i valori veri. La salute è il dono più grande. La gioia di essere vivi e sensibili alla completezza della Vita. Vivere la felicità come i momenti più bui, con equilibrio e giudizio. Ovviamente, proprio nei momenti di difficoltà e sofferenza vieniamo messi alla prova. E lì inizia il vero yoga.

Se posso immaginare la vita senza yoga? Lo yoga è stato ed è senz’altro uno dei… grandi amori della mia vita e una delle presenze più costanti. Tuttavia, qual è il confine tra yoga e vita quotidiana? La pratica finisce forse fuori del tappetino, della conferenza, del seminario, della visita a un luogo sacro? E se così fosse, dove inizia la Vita, allora? Ma non è proprio lo yoga che aiuta a farci vivere meglio? Essendo lo yoga unione, direi che non questo è la Vita stessa e la Vita parte dello yoga. Proprio così. Lo yoga è dovunque. Nelle nostre scelte, nei nostri comportamenti ed atteggiamenti, nelle relazioni con gli altri. Possiamo essere degli eccellenti hatha yogi, oppure dei finissimi conoscitori dello Jnana Yoga (lo yoga della conoscenza), o dei devoti bhakti yogi (yoga devozionale). Ma, se una volta tornati a casa litighiamo con i nostri cari, o siamo aggressivi e arroganti con gli altri nella vita quotidiana, allora… lo yoga svanisce e con esso tutti i suoi benefici. Lo yoga è nella pazienza, nell’amore, nella compassione, nell’empatia, nella costanza, nell’equilibrio (sattva), nella letizia (santocha). E anche nell’accettazione della sofferenza, nella calma, nell’introspezione. Quindi, ritornando alla domanda che mi hai posto, sicuramente il valore e l’apporto dell’Hatha yoga nel mio percorso esistenziale è stato ed è grandissimo. Ma ora ancora più importante è il vivere nello spirito yogico anche al di fuori della pratica stessa, sebbene lo yoga sia comunque uno stile di vita.
Non si finisce mai di imparare dall’Assoluto e dalla creazione manifesta, ovvero la Vita stessa, la Natura con tutte le sue creazioni, al fine di diventare sempre migliori e in linea con il disegno universale. È questo un imparare, un fiorire continuo. E nel mio percorso terreno, sento proprio di voler aiutare, per quanto possibile, altri esseri a sbocciare nella bellezza e nella gioia dell’esistenza.

2) Se dovessi presentare lo Yoga a un bambino, cosa faresti?

I bambini sono già degli splendidi, innati yogi. A parte la loro naturale scioltezza, che andrebbe appunto conservata e incrementata grazie ad una pratica che comincia fin da piccoli, loro hanno tutto il candore e la freschezza necessarie ad una pratica che possa dirsi autentica. Difatti, ritengo che solo con un atteggiamento di umiltà, candore e ricerca continua, e grazie alla capacità di saperci stupire e imparare sempre possiamo davvero “vivere” lo yoga e trasmetterlo. Un buon insegnante sarà sempre un buon allievo, per tutta la Vita.
In una società in cui i bambini vengono sottoposti a stimoli artificiali come playstation, computer etc… e in cui crescono sempre meno a contatto con la natura e nel gioco con altri bambini, in cui vengono educati, o meglio, dis-educati alla competività a scuola, nei giochi, nello sport, lo yoga può aiutarli a recuperare il piacere del gioco, della scoperta, dello stare insieme. Lo yoga li può avvicinare alla calma, alla riflessione, al piacere del “prendersi del tempo” per se stessi, senza frenesia, competizione, ansia. I bambini che crescono nello yoga si sviluppano sani e forti nel corpo e nello spirito, e quindi avranno maggiori probabilità di diventare degli adulti equilibrati.
Lo yoga ci rende più puri, innocenti. I bambini conoscono tutto ciò già, naturalmente. Sono loro a doverci insegnare tantissimo! E noi adulti “yogi”, insegnando e condividendo lo yoga con i piccoli della nostra specie, possiamo dare un bel contributo alla crescita dei futuri adulti di domani, che avranno in mano le sorti di questo mondo. In mondo, si spera, migliore di quello attuale.

3) In cosa, a tuo parere, lo Yoga potrebbe rappresentare un miglioramento nella vita delle persone?
La gioia di essere vivi e sani è impagabile. Con lo yoga riscopriamo la bellezza e la gioia di un corpo sano e completo. “Essere sensibili è essere vivi”, scriveva Vanda Scaravelli, straordinaria maestra yoga, amica cara di J. Krishnamurti e autrice dello splendido libro Awakening the Spine. Le persone scoprono, solitamente, di stare meglio fin dalle prime lezioni, in cui iniziano a fin da subito alcuni miglioramenti. Le persone particolarmente sensibili, poi, sono in grado di percepire i benefici e il potere guaritore e trasformatore dello yoga fin dalla prima lezione. Qualche anno fa, ad esempio, una signora, nel corso di una mia lezione e in seguito al rilassamento finale, mi raccontò in seguito di aver smesso di prendere farmaci ansiolitici – dopo dieci anni di assunzione – soltanto dopo il primo rilassamento guidato in yoga nidra. Questa è stata per me è una grande gioia e un grande dono. Non c’è niente di più bello che vedere le altre persone felici, guarite, nuovamente presenti a se stesse.
Lo yoga non impone cambiamenti: muove verso maggiore consapevolezza
Attraverso lo yoga, come anche altri cammini “olistici”, sono spesso le persone stesse ad accorgersi di quel che non va nelle proprie vite, come può essere ad esempio un’abitudine dannosa, una relazione poco sana, un lavoro che non sentiamo più “nostro”. E questi sono solo gli esempi più ovvi ed immediati. Sta a loro poi decidere se e come operare quei cambiamenti nelle proprie vite che possano condurli verso una vita più piena e sentita.
Ognuno deve trovare le proprie modalità, poiché non ci sono regole auree, assolute. C’è però l’imbarazzo della scelta nell’ambito di una disciplina che è fondata su una filosofia antichissima e su un corpus di scritture filosofiche che investe la totalità della nostra vita. Lo yoga difatti è una disciplina completa in quanto ha valenze salutistiche, filosofiche, spirituali, etiche. Pensiamo al principio dell’ahimsa, la nonviolenza. Che significa, oggi? Magari per alcuni sarà l’adottare una dieta vegetariana, scelta non imposta ma spesso naturale e felice in chi pratica da un po’ di tempo, in quanto l’alimentazione nello yoga è parte del Prana – l’energia vitale che rende possibile la Vita e che insieme al cibo, al sole, all’acqua e all’aria che respiriamo determina la qualità della nostra vita. Ma in senso più ampio, significa un nuovo approccio alla vita in cui siamo collaborativi, amorevoli, non competitivi né prepotenti. C’è grande bisogno di ahimsa oggi. E, ancora, pensiamo a satya, la sincerità. Non sarebbe il mondo migliore se non fossimo tutti più sinceri? Ma una sincerità, per l’appunto, non violenta. “La nonviolenza richiede il maggiore coraggio”, ha detto Gandhi. Non è stupendo pensare ad una sincerità che sia nonviolenta e insieme ad una nonviolenza che sia sincera e diretta?
Ci sono tanti cambiamenti che avvengono grazie allo yoga: se il corpo diventa più ricettivo, flessibile e insieme forte è perché nella mente avvengono man degli importanti cambiamenti che ci portano ad essere meno rigidi, meno inflessibili, categorici, ma che promuovono invece apertura, messa in discussione di noi stessi, ascolto di quel che siamo e di quel che è l’Altro. Con lo yoga andiamo ad accedere al nostro potenziale interiore, che è davvero immenso e risvegliare aree sopite del nostro cervello. E questo, in una società in parte edulcorata, addomesticata, falsificata, come quella attuale ha un grandissimo valore. E questo potenziale, usato bene, per fini nobili e per il bene dell’umanità, non solo il nostro!
Ognuno poi avrà massima libertà di scelta. Siamo noi a scegliere se vogliamo essere felici o meno. E spesso siamo infelici perché siamo egoisti e concentrati solo su noi stessi. Lo yoga ci dice invece “fa del tuo meglio, fa il tuo dovere, ma senza aspettarti una ricompensa”. E, proprio per questo, quando agiamo in modo autentico e pulito, costruiamo un mondo migliore. E grandi doni arrivano. Magari diversi da come ce li aspettavamo. Ma arrivano. Se abbiamo seminato bene.

4) Vivi e insegni ai Castelli Romani. Cosa ti ha spinto a venire a vivere nel nostro bellissimo territorio? Organizzi anche giornate Yoga a contatto con la natura... Come ti è venuta l'idea?

Amando la natura, tre anni fa mi sono trasferita dalla Capitale al verde dei Castelli, una zona ricchissima quanto a valore paesaggistico, storico, artistico e culturale. Questa zona è tra l’altro nel mio dna, in quanto mio padre e altri antenati erano dei Castelli.
Da quando mi sono trasferita qui, ho avviato, oltre ai corsi e seminari vari, delle lezioni all’aperto, inaugurando così l’ingresso dello yoga nel Parco dei Castelli Romani. Da qualche mese ho messo insieme il mio amore per lo yoga con quello per la natura attraverso l’ideazione e la conduzione di percorsi di Yogatrek nelle aree protette, nei parchi della nostra provincia, come anche del resto dell’Italia. Sempre da una mia idea, introdurremo presto lo yoga nei Parchi di Roma.
Non c’è cornice migliore delle bellezze naturali nella pratica dello yoga. E’ meraviglioso essere circondati dal sole, dal vento, dai suoni e dai profumi della natura, sentire l’erba e la terra sotto i nostri piedi mentre pratichiamo. E’ un ritorno a casa. Sento che c’è grande bisogno nelle persone di tutto ciò, di unire la riscoperta della natura alla pratica dello yoga.
Natura e yoga: un connubio perfetto.

5) Benissimo! Sembra davvero un'esperienze entusiasmante e rigenerante... Quali sono allora i prossimi appuntamenti?


Dal 12 al 14 Luglio, in tre serate, organizzo Yoga al tramonto. Nella magnifica cornice del Tuscolo e in collaborazione con Camminomediterraneo, ci riuniremo per fare esperienza di armonia, pace e pratica yoga.
Per avere informazioni più approfondite sull'evento, e per prenotarvi (la prenotazione è necessaria), ecco il link facebook











@ Carla Righetti, per Dita di Inchiostro
Tutte le immagini sono gentile cortesia di @ Chiara D'Ottavi

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