venerdì 17 agosto 2012

La leggenda di Hikari: l'amore per la ginnastica ritmica.


Per la seconda recensione di Dita D'Inchiostro nel campo dei manga oggi tratteremo di una serie un po' vecchia: Hikari no Densetsu, meglio conosciuta in Italia come La leggenda di Hikari o Hilary la ginnasta. Serializzato sulla rivista Margaret dal 1985 al 1988, il manga è arrivato da noi in Italia solo nel 2003 grazie a Star Comics (che dalla distribuzione nelle edicole e fumetterie per i primi otto volumi ha deciso di limitarsi alle seconde per l'altra metà della serie. Grazie tante, Star Comics.) In Italia la fama della serie si deve principalmente alla serie animata, andata in onda nel 1988. (Paradossalmente mentre in Giappone il manga vendeva benissimo, la serie animata è stata precocemente chiusa per gli scarsi ascolti. Da noi è successo l'esatto opposto!)

Negli anni '80 e i primi anni '90 spopolavano gli spokon, cioé i manga e sopratutto gli anime a carattere sportivo come Attack No. 1 (Mimì e la nazionale di pallavolo), Attacker You! (Mila e Shiro), e Ashita no Joe (Rocky Joe) solo per citarne alcuni. Lo sport rappresentato nei manga in quegli anni era figlio dei suoi tempi: il Giappone si andava riprendendo dagli effetti devastanti del secondo dopoguerra e rialzava la testa sul piano internazionale. Intere generazioni avevano vissuto sulla propria pelle tremende umiliazioni e difficoltà economiche, ma il momento della rinascita si avvicinava: il 1989 sarebbe stato l'anno del grande boom economico che avrebbe cambiato il volto del paese.

Per rappresentare questo momento niente era più efficace di un manga sportivo, dove lo sport era inteso come sacrificio e sofferenza in vista di un riscatto finale: un campionato nazionale, mondiale o l'ingresso alle Olimpiadi. Anche nei giochi di squadra come la pallavolo o il baseball protagonista era sempre un individuo, ragazza o ragazzo, che affrontava volontariamente allenamenti impossibili ed estenuanti. Nonostante ciò subiva cocenti sconfitte, da cui però riusciva sempre a riprendersi. Il suo sogno era quello di indossare i colori del proprio paese e arrivare alle competizioni internazionali. Era insomma la storia di una lotta individuale che rappresentava, idealmente, il riscatto di un intero paese.

La leggenda di Hikari si differenzia leggermente da questo tipo di manga, principalmente per il tipo di sport che rappresenta. Nel 1984 la ginnastica ritmica aveva ottenuto ufficialmente il dovuto riconoscimento ed era entrata a far parte di diritto della rosa degli sport olimpici. Dopo le Olimpiadi di Los Angeles del 1984 la ritmica iniziò a godere di un'improvvisa e fulminante popolarità, e nel 1985 “cavalcando l'onda” Izumi Aso, ex ginnasta, iniziò la serializzazione di Hikari.


I protagonisti: Hikari Kamijo, Shina
Hazuki, Takaki Oishi
e
Mao Natsukawa.
La trama. Hikari Kamijo sogna fin da bambina di diventare una grande atleta di ginnastica ritmica, ispirata dall'esempio della Regina (come viene tradizionalmente chiamata la campionessa del mondo), la bulgara Diana Grozdeva. Un giorno assiste alla finale della Genesis Cup in cui gareggia Diana, e unica fra tutti nota un errore nell'esibizione della sua beniamina. Protesta per l'alto punteggio assegnatole e questo la fa notare da Diana in persona, che riconosce il suo errore e la passione di Hikari per quello sport. Non solo: la invita a trasferirsi in Bulgaria per allenarsi e diventare un'atleta di calibro internazionale. Questa proposta verrà rinnovata più volte durante la serie, ma Hikari rifiuterà sempre: il suo sogno è quello di portare i colori del suo paese e costruire uno stile di cui solo le giapponesi siano capaci. E per fare ciò vuole allenarsi nel suo paese, che proprio in quel momento inizia a minacciare le nazioni più forti nella ginnastica ritmica (Bulgaria e Russia).

Un anno dopo la Genesis Cup, Hikari si trasferisce nella scuola media Aiko dove finalmente trova un club di ginnastica ritmica. Qui incontra la bellissima senpai Shina Hazuki, una ginnasta già nota a livello nazionale per la grazia e l'eleganza delle sue performance, fatto insolito per una ragazza così giovane. Conosce inoltre Takaki Oishii, un atleta di ginnastica artistica che rimane profondamente colpito dalle potenzialità di Hikari. La protagonista inizia a farsi notare per i suoi innati talenti (la grande elevazione nel salto e la capacità espressiva) ma sopratutto per la sua passione e dedizione. Hikari e Shina iniziano così a competere come avversarie nelle gare regionali, che le porteranno ad incontri di ben altro livello...

La leggenda di Hikari non è solo un manga sportivo, ma anche uno shoujo, cioè una storia d'amore. Il triangolo amoroso che si crea fra i tre protagonisti non pesa tuttavia sul lato sportivo della vicenda ma viene ben amalgamato. Il rapporto fra Hikari e Shina non è di sola rivalità sportiva o amorosa, ma è anche caratterizzato dal rispetto derivante dal riconoscimento delle rispettive capacità. Un sentimento che si trasforma rapidamente in amicizia. Anche se amano lo stesso ragazzo le due non possono fare a meno di volersi bene e prendersi cura l'una dell'altra.

Oishii si innamora da subito di Hikari, ma esiterà a rivelare i suoi sentimenti per timore di distrarla dalla ginnastica ritmica. Tiene a lei, ma anche alla sua performance atletica perché sa quanto la ritmica sia importante per la ragazza. Anche Oishii è un atleta e quindi comprende i sentimenti di Hikari. Il ragazzo comunque le rimarrà accanto durante la sua carriera, sostenendola in svariati modi e amandola in silenzio.

Le cose si complicano con l'entrata in scena di Mao Natsukawa, un musicista rock ammaliato dalle prove di ginnastica ritmica di Hikari. Il ragazzo le propone di suonare il suo accompagnamento musicale durante le gare. Natsukawa, profondamente innamorato di Hikari ma consapevole dei sentimenti di lei verso Oishii, soffrirà di questa situazione ma rimarrà comunque al suo fianco. E lavorando assieme i due troveranno un affiatamento unico, ed Hikari sosterrà splendide prove sulle note di Natsukawa.
(Nota: Mao inizialmente era un personaggio esclusivo dell'anime, ma piacque molto all'autrice tanto da decidere di introdurlo dal quarto volume in poi. Non deve essere però considerato come un extra, poiché sarà fondamentale per lo sviluppo della vicenda e la crescita di Hikari come donna. Ed è a tutti gli effetti uno dei personaggi più belli e significativi della storia. ← l'autrice del post è una fan del ragazzo in questione, si nota? XD)

Lo sport. La ginnastica ritmica è uno sport esclusivamente femminile. Cugino della più nota ginnastica artistica, nacque nel XIX secolo grazie a Jacques Dalcroz. Obbiettivo della ginnastica ritmica è l'espressione della bellezza del corpo femminile tramite l'utilizzo di attrezzi quali il nastro, la palla, la fune, le clavette e il cerchio. Le atlete creano esercizi mescolando elementi di ginnastica artistica e di danza classica. Infatti molte ragazze praticano nell'infanzia la danza classica o altre discipline simili prima di passare alla ritmica. La gare si dividono in individuali e a squadre. Per gli esercizi individuali a livello agonistico è obbligatorio un accompagnamento musicale che è parte integrante della prova stessa (per le gare a squadre anche a un livello non agonistico). Le musiche possono essere solo strumentali. Nel caso vi sia una parte cantata, questa non può essere da solista e il cantante non può pronunciare un testo. Le atlete indossano un costume detto body, che grazie a colori abbinati con quelli degli attrezzi valorizza la bellezza del corpo e dei movimenti.

L'affiatamento fra Hikari e Natsukawa.

Per queste caratteristiche molti confondo la ginnastica ritmica con una “semplice” danza (disciplina già di suo è impegnativa al pari di molti sport... mai visti i muscoli di un ballerino di danza classica?). La ritmica prevede un notevole sforzo muscolare (come fanno notare nel manga, tenere in costante movimento un nastro di sei metri per tutta la durata di una prova non è cosa da poco), coordinazione, senso ritmico, equilibrio, elasticità, agilità e resistenza.

L'Italia non riesce a distinguersi a livello individuale (regno incontrastato delle russe e dei paesi dell'est), ma ha fatto scuola nelle gare a squadre con la nazionale, soprannominata Le Farfalle (bronzo alle Olimpiadi di Londra 2012! Bravissime!) 

Esiste anche un movimento che mira all'ingresso degli uomini nella ginnastica ritmica, uno dei rarissimi casi (forse unico) dove è la controparte maschile a doversi battere per ottenere un riconoscimento sportivo. La ginnastica ritmica maschile è popolare sopratutto in Giappone e in Spagna. Gambatte, ragazzi! :D

Il commento. Fondamentale in Hikari è il profondo amore per la ginnastica ritmica. L'accento viene messo non tanto sulla rivalità e la competizione con altre ginnaste (elemento comunque presente), quanto sulla bellezza della ginnastica ritmica come sport. Ad esempio la protagonista mostra di non tenere tanto al punteggio o al suo posto in classifica, ma al fare una bella prova che trasmetta qualcosa al pubblico. Importante per Hikari è sentirsi riconosciuta come atleta, sapere di aver dato il massimo e misurarsi su un piano di parità con le grandi ginnaste che lei considera prima amiche e poi rivali. Le gare vengono inoltre usate per qualcosa di più del semplice mettersi in mostra delle atlete: ogni prova racconta qualcosa della ginnasta che la esegue con il suo proprio stile, oppure viene usata per trasmettere un'emozione o una storia al pubblico. Bellissime sono le rappresentazioni che fa Hikari di una ragazza che si scopre innamorata, o dell'emozione di toccare per la prima volta un attrezzo da ritmica, oppure Shina con l'elegante riproduzione della morte del cigno sulle note del Carnivale degli Animali (Nota: questo pezzo è significativo perché Shina soffre di una rara malattia del sangue, potenzialmente fatale, eppure spingerà se stessa al limite pur di continuare a gareggiare).

Quando Hikari assiste all'esibizione di altre atlete più brave di lei non prova invidia, ma ammirazione ed entusiasmo per le loro capacità. Non vuole comunque essere da meno di loro e non manca di spirito agonistico, ma Hikari rappresenta un po' l'atleta ideale capace di riconoscere e accettare i propri limiti senza farsi affliggere dai risultati altrui. E' anzi in grado di usarli come fonte di ispirazione per migliorare continuamente se stessa. Hikari ama la ginnastica ritmica e più di qualunque altra cosa vuole trasmettere questo suo amore agli altri, nella speranza che qualche bambina la guardi, si innamori della sua esibizione e inizi a praticare questo sport. Esattamente come fu per lei quando assisteva alle gare di Diana. Una volontà fondamentale per quei tempi quando la ginnastica ritmica cominciava soltanto ad ottenere i primi importanti riconoscimenti a livello internazionale.

Sostanzialmente in questo Hikari si differenzia dagli altri spokon del periodo, e cioé ponendo l'attenzione sull'amore per lo sport piuttosto che sulla competizione. Viene valorizzato anche lo stato psicologico delle ginnaste prima e dopo una gara: l'atleta smette di essere una macchina macina-risultati e ritorna in una dimensione più umana. E' una fase di transizione del genere stesso, dalla volontà di riscatto sociale tramite lo sport incarnato da Ashita no Joe (Rocky Joe) fino a quello che è lo spokon dei giorni nostri: una professione d'amore per lo sport pulito e il gioco di squadra. 
Oggi i protagonisti di un manga sportivo non sono individui in lotta contro tutto e tutti, disposti a fare qualsiasi cosa per la vittoria e il riconoscimento sociale, ma un gruppo di persone che soffrono e lottano assieme, si sostengono vicendevolmente nella sconfitta e gioiscono uniti nella vittoria. Non viene a mancare lo spirito competitivo o la voglia di vincere, ma i manga sono specchi del tempo in cui nascono e la società giapponese è molto cambiata dagli anni '80. Hikari rappresenta splendidamente questa fase di transizione: protagonista è sempre una ragazza, un individuo (la ginnastica ritmica a squadre viene a malapena accennata nella storia), che si impegna e vuole vincere ma tuttavia non dimentica ciò che è più importante: il rispetto per se stessi, l'amicizia, l'amore.

Eccellente la caratterizzazione dei personaggi, talmente vivida da renderli reali. Hikari nonostante la sua semplicità vive e affronta un vasta gamma di emozioni umane, la speranza, la gioia, la rabbia, l'illusione, la tristezza, a tratti la profonda disperazione. I personaggi sono coraggiosi, determinati, passionali. L'amore viene vissuto in modo diverso da persona a persona, a seconda del carattere del singolo, ma non è per questo meno sincero o intenso. L'affetto silenzioso di Shiina per Oishii, e di quest'ultimo per Hikari, non vale meno dell'amore assoluto e passionale che Natsukawa dimostra alla ragazza, talvolta bruscamente e con scatti di rabbia, altre in modo gentile con la sua musica e il suo entusiasmo. 

Il ritmo della storia è ben calibrato, forse all'inizio un po' frettoloso (si passa quasi immediatamente a gare importanti) ma in grado di coinvolgere il lettore nella storia. Gara dopo gara, Hikari cresce come atleta e persona, trasformandosi pian piano da ragazzina in adulta. Il tutto senza tuttavia abbandonare il suo carattere semplice e spontaneo.

Contrariamente a molti manga sportivi, in Hikari non ci sono mosse speciali, personaggi con superpoteri o situazioni impossibili nella vita reale. Ciò che viene mostrato è il sincero risultato di ore di allenamento, impegno e passione, entro le possibilità del corpo umano. Quando Hikari supera una prova difficile, o riesce a prendere un attrezzo difficile, lo fa in virtù della sua stessa volontà (e un pò di fortuna, che non guasta mai). Tema fondamentale del manga è l'accettazione dei propri limiti e il loro superamento ove possibile.

La copertina del penultimo volume mostra
come si è evoluto il tratto dell'autrice.
Lo stile del disegno è tipico degli anni '80: i corpi delle ragazze vengono rappresentati ottimamente. Ciò è fondamentale sopratutto durante l'esecuzione delle prove, in cui viene mostrata efficacemente la flessibilità di un corpo femminile ben allenato. Bellissime sono le raffigurazioni realistiche degli esercizi delle atlete, in grado di trasmettere l'idea del movimento e la difficoltà di esecuzione. Essendo uno shoujo manga i personaggi sono dotati di occhi grandi e luminosi, i quali contribuiscono in modo fondamentale all'espressività del volto. Bravissima è la Aso nel rappresentare qualsiasi tipo di emozione con una sola vignetta, senza tralasciare il deformed nei momenti più leggeri. L'unica nota negativa da puntualizzare è che in alcune rarissime vignette (giusto due o tre in tutto il manga), i volti di alcuni personaggi si trasformano totalmente e il tratto peggiora di molto, come se dietro non ci fosse la mano della Aso. Questo accade sopratutto nel caso di personaggi di nazionalità straniera, e perciò non si capisce se sia una cosa voluta o una tavola affidata a qualche assistente poco abile. Lo stile dell'autrice si è evoluto tantissimo durante la serializzazione: i personaggi disegnati nei volumi finali sono quasi irriconoscibili rispetto a quelli del primo volume.


La storia è raccolta in 16 volumi senza sovracopertina e privi di pagine a colori. Tuttavia la Star Comics ha tradotto efficacemente le note di introduzione ai meccanismi della ginnastica ritmica, permettendo anche a un non appassionato di comprendere questo sport. Hikari riesce ad intrattenere ed appassionare anche chi non conosce la ginnastica ritmica, e il lettore finisce inevitabilmente per innamorarsi dei movimenti del nastro o dell'espressività delle atlete. Un manga da leggere e rileggere, più e più volte!  

In conclusione, l'esercizio con il nastro della campionessa 
Anna Bessonova alla finale della Ribbon World Cup 2008.


Non è meravigliosa la ginnastica ritmica? :)

Titolo: Hikari no Densetsu, La leggenda di Hikari, Hilary la ginnasta
Autore: Izumi Aso
Genere: Shoujo, Sport
Volumi: 16 (concluso)
Pubblicato in Italia?: Si.


@ Daniela Guadagni, Dita D'Inchiostro.
(Le immagini utilizzate per questo articolo sono riprese dal sito http://lnx.shoujoinitalia.net/hilary/)

14 commenti:

  1. Anche a me piaceva tanto Mao Natsukawa, avrei scelto lui, sarà che ho sempre avuto un debole per i "ribelli". Ho letto sia il manga che guardato l'anime in tv, e sarà per la censura italiana che è così tenace e profonda da cambiare il significato alle cose o forse ero troppo piccola, ma alla fine ho preferito di gran lunga il manga.

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    1. L'anime arriva solo fino ad un certo punto della storia, stravolgendola anche in svariati punti XD Ci credo che in Giappone, dove il manga era conosciutissimo, ha fatto pochi ascolti. Il manga di contro è secondo me uno dei migliori del genere sportivo di sempre, forse non un capolavoro ma capace di appassionarti e renderti partecipe alle vicende :D (e c'è ne vuole). Quanto a Mao: l'avrei scelto anch'io e al volo! XD L'autrice era una fan del rock (lo dice spesso nello spazio per i commenti) secondo me quelli dell'anime l'hanno fatto apposta a crearsi un personaggio come Mao :'D

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  2. Questa serie mi ha sempre ispirato molto ma non l'ho mai presa per via del tema principale. Infatti, non conoscendo nulla della ginnastica ritmica, ritenevo che avrebbe potuto interessarmi poco. Invece, dopo aver letto e adorato Rookies (baseball) e Eyeshield 21 (football americano), opere basate su sport che non solo non conoscevo, ma che mi interessavano tendenzialmente pochissimo, ho deciso di tralasciare i miei pregiudizi sugli sport che non conosco e dare delle possibilità anche alle serie sportive. Morale della favola adesso sto seguendo con gran gioia Happy! Urasawa (che è bellissimo!) e Hikari l'ho messo nella famigerata lista, sia mai che mi capiti una buona occasione ^^

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    1. Rookies!! Happy!!! Eyeshield 21!!!! (Eccomi Hiruma, sono una tua seguace XD) Ottimi scelte bravissima ** Hikari te lo consiglio molto. Lo stile di disegno non è elaboratissimo (e ad alcuni non piace proprio) però ha i suoi pregi, e la storia prende tantissimo. Inoltre ti fa appassionare alla ginnastica ritmica, il che non è da poco! Io prima di Hikari neanche sapevo esistesse questo sport (ignoranza portami via) ora sono qui che mi seguo tutte le gare che posso e piango sul ritiro della Bessonova )': E pensare che l'avevo preso praticamente per caso XD

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  3. Ricordo di aver guardato l'anime da bambina e credo che questa serie abbia avvicinato un numero incredibile di ragazzine alla ginnastica artistica, anche io avrei voluto provare ma i miei genitori mi hanno saggiamente sconsigliato (impedito...) di prendere un impegno così gravoso.
    Ero molto piccola ai tempi, ma ricordo bene l'impressione di serietà e totale dedizione che mi ha lasciato la protagonista. Molto meno angosciante degli allenamenti/torture a cui era sottoposta Mila in Mila e Shiro, quello era veramente troppo!

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    1. Gli schiaffoni dell'allenatore a Mila non me li dimenticherà mai (traumi infantili, evvai :'D). Ho appezzato Hikari proprio perché, calato nel contesto dei suoi tempi, prendeva coraggiosamente una strada diversa da "allenamenti = improbabili torture autoinflitte" e pur non tralasciando la parte dei sacrifici personali (sopratutto emotivi) era comunque un ottimo spokon, con il pregio di farti appassionare ad uno sport di cui, siamo onesti, pochissimi sapevano qualcosa (al di fuori dei paesi dell'Europa dell'Est).

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  4. Da piccola adoravo l'anime.. quando ho preso il manga ero un po' turbata dai disegni, non perchè fossero retrò ma perchè erano bruttarelli.. devo dire che poi mi è piaciuto molto.

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    1. Anche a me all'inizio i disegni non piacevano per niente, sopratutto dei volti. Poi andando avanti ho iniziato a notare cose come l'innovativa rappresentazione del movimento (all'epoca i personaggi erano ancora figure statiche su uno sfondo, seguivi la trama ma non ti davano l'idea di "muoversi") e i corpi delle atlete, che rispecchiano realisticamente quelli delle atlete vere (magre ma muscolose). Certo devi abituartici, anche considerando il fatto che rimane comunque uno stile "datato" XD Però ne vale davvero la pena ;)

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  5. io è da una vita che altaleno tra lo recupero/non lo recupero ma dopo questa bella recensione mi sa che lo aggiungo alla wishlist!

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    1. E' quando la gente mi dice queste cose che sento di aver raggiunto il mio obbiettivo (=diffondere l'amore U_U) :') Spero ti piaccia come è piaciuto a me! Fammi sapere poi :D

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  6. All'epoca lo comprai anch'io.
    Primo perché era uno dei cartoni della mia infanzia (visto non so quante volte) e secondo perché mi piaceva davvvero. Mi ricordo che molte bambine si erano iscritte a ritmica proprio dopo aver visto questo anime XD Un po' come era successo per la pallavolo XD
    L'edizione è quella classica della Star: poche pretese e prezzo equo. Il manga è davvero caruccio e Mao Natsukawa rimarrà uno dei personaggi animati che mi hanno fatto battere in cuoricino quand'ero piccina <3 Oishii, chissà perché, non l'ho mai sopportato =_=

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    1. Forse perché Oishii rispecchiava un pò troppo il principe azzurro idealizzato, bello, troppo buono, troppo perfetto, mentre sorboletti Mao Natsukawa SI che era un VERO uomo!! XD *si fa aria* Collerico, passionale ma anche tanto gentile: era una persona *vera* a differenza di Oishii.
      Io sono venuta un pò dopo, ricordo solo il boom di iscrizioni a pallavolo per Mila :P Ma posso figurarmi benissimo la scena! (Secondo me se abbiamo le Farfalle lo dobbiamo in parte a Hilary XD)

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  7. Oh, Hikari!! Quanti bei ricordi! Seguivo l'anime da ragazzina, ma lo scoprii perché già praticavo la ginnastica ritmica e ne avevo sentito parlare in palestra dalle mie compagne!!
    Ne ho un meraviglioso ricordo, era veramente ben fatto e trasmetteva in pieno quello che la ginnastica ritmica significa per chi la pratica. E' uno sport bellissimo che, dopo anni dai miei allenamenti, ancora mi emoziona guardandolo, durante le gare delle Farfalle a Londra ero agitatissima, neanche stessi gareggiando io!! Il manga, invece, lo devo recuperare, è da un bel po' nella mia lista, mi sa che è giunto il momento di darsi da fare!!

    Ciao e complimenti per il blog!!^^

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    1. Grazie mille!^^
      Hikari è proprio un manga bellissimo (l'anime non l'ho mai visto ma avendo seguito Mila & Shiro capisco che tipo di atmosfera creò ai suoi tempi). Peccato non sia molto conosciuto e ne parlino in pochi ): Per questo ho voluto rimediare!^^ Recuperarlo si, ne vale proprio la pena! ;)

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