venerdì 10 agosto 2012

Sherlock Holmes: la BBC è senza fondo e la amiamo con passione.


Dedico questa recensione a 
Rika che ha tanto insistito
per farmi vedere 
Sherlock Holmes  
by BBC.
Grazie poi a Zia Mel 
per le  piccole consulenze.
... Questa è la recensione 
di una fan.


Sir Arthur Conan Doyle avrebbe voluto liberarsi di Sherlock Holmes. Era divenuto uno scrittore famoso, grazie a questo detective straordinario. Troppo invadente, anche per il suo autore, che avrebbe voluto essere apprezzato anche per altre opere. Un talento straordinario e una intelligenza non comune, quella di Doyle, che riuscì a mettere insieme elementi di altissimo livello culturale con un intreccio narrativo travolgente. Arrivò al punto di volersi liberare di Sherlock offrendogli una fine degna di lui: decise di farlo morire in quello che doveva essere l'ultimo libro di una lunga serie. Tuttavia, il personaggio era così amato, ma così amato, che i lettori non diedero pace al povero Doyle finchè non si decise a scrivere molto altro sul detective e sul suo inestimabile assistente Watson.

"Elementare, mio caro Watson!" è una battuta conosciuta anche da chi non ha mai letto una riga dei libri di Sherlock Holmes.
Doyle forse non immaginava che intere generazioni avrebbero continuato ad amare Sherlock Holmes, al punto che sono state realizzati film, serie tv, revisioni e riprese di ogni tipo, in madrepatria e fuori, per questo amatissimo personaggio britannico brillante, e al tempo stesso pieno di potenzialità.
Superati gli anni 2000, grandi e piccoli si sono ritrovati di fronte a un radicale cambiamento di segno, rispondendo in modo straordinariamente reattivo alle riletture sherlockiane del terzo millennio (fanblog, account twitter e tumblr, social media fuori controllo, youtube invaso dalle interviste di attori, produttori, scrittori, passanti). Dimentichiamoci il detective con la pipa in bocca, perchè siamo di fronte a due riletture esplosive dei libri di Doyle. Una cinematografica, l'altra per la televisione.

Per il cinema, abbiamo due capitoli: Sherlock Holmes (2009) e Sherlock Holmes: gioco di ombre (2011), diretti da di Guy Ritchie, su una idea del produttore Lionel Wigram (che lavorava alle linee per un nuovo Sherlock da una decina d'anni) e Michael Robert Johnson. Guy Ritchie cercò una formula che si staccasse nettamente dalle versioni precedenti, scegliendo di valorizzare l'azione, presente e abbastanza trascurata dalle altre interpretazioni di Sherlock. Della recensione di questi due film ci occuperemo in futuro, quindi non dico altro.
Non serve che vi ricordi che gli attori sono Robert Downey Jr (Sherlock Holmes) e Jude Law (John Watson), vero?

Per la televisione, abbiamo la Serie TV della BBC, scritta da Steven Moffat e Mark Gatiss, che avevano già lavorato insieme per un'altra famosissima serie TV britannica, Doctor Who (anche questa recensiremo). I due autori hanno lavorato ciascuno a un episodio, Gatiss al primo, Moffat al terzo e, per la seconda puntata, affidandosi a Stephen Thompson.
Si tratta di una versione contemporanea delle avventure di Holmes e Watson. L'episodio pilota risale al 2009, dunque prima dell'uscita nelle sale di tutto il mondo della prima pellicola di Guy Ritchie (Dicembre 2009): parleremo nel dettaglio del pilot e del primo episodio della serie (che è una vera riscrittura del pilota), per vedere le differenze tra una prima caratterizzazione e quella successiva e definitiva. Possiamo anticipare che si tratta di perfezionamenti del personaggio di Holmes, che tuttavia era già molto ben determinato all'interno del pilota. Poichè il primo episodio viene mandato in onda nel 2010, viene naturale fare un confronto tra i due Holmes: tutti e due così moderni, se la sarebbero cavata?
Era complesso creare uno Sherlock che avesse la stessa dose di innovazione rispetto al già visto e, al tempo stesso, si distinguesse con classe dal film del 2009.
Ci sono riusciti. Benissimo. Grazie alla caratterizzazione eccezionalmente accurata e oculata, e al talento di Benedict Cumberbatch, che interpreta uno Sherlock Holmes parallelo e ben distinto rispetto a quello del Robert Downey Jr (lui, uno Sherlock Holmes ossessivo e stravagante, estremamente sicuro di sè e brillante).
Lo Sherlock di Cumberbatch ha luci e ombre. E riesce a essere più insopportabile.

Ovviamente, fino a ora abbiamo parlato solo di Sherlock. Ci siamo limitati apposta, per tenere un unico filo. Ma non ci dimenticheremo certo di Watson. E di Londra. Londra! Con le Olimpiadi 2012 abbiamo visto alcuni scorci di questa bellissima capitale europea, e abbiamo pensato di recensire adesso la serie TV di Sherlock per celebrare (a modo nostro)...


Nella presente recensione ci occuperemo della prima serie tv, quella del 2010. Entrambe le serie sono composte da tre episodi da un'ora e mezza ciascuno.
I titoli della prima stagione:
- A study in pink
- The blind banker
- The great game.
Gli episodi sono così pieni di dettagli e di situazioni ben costruite, che darvi un riassunto delle puntate sarebbe criminale. Ci limiteremo quindi a fornirvi i tre inizi puntata, lasciando a voi il piacere di vedere tutto il resto.
Dopo, ci concentreremo sugli aspetti più generali e che coinvolgono tutti e tre gli episodi.


A study in pink: John Watson è un medico militare appena tornato dall'Afghanistan. È a Londra, fa i conti con una leggera zoppìa psicosomatica e continui incubi. La sua analista vorrebbe fargli tenere un blog, per esprimere quello che sente e che gli accade, ma John ha un vero blocco. Incontra per caso un vecchio compagno di studi, che gli presenta un suo conoscente che, come Watson, ha difficoltà a trovare un coinquilino. Sherlock Holmes entra così nella vita di Watson, con la delicatezza di un rinoceronte lanciato a tutta carica: ha capito che il conoscente vuole presentagli Watson per la convivenza, dal cellulare di John indovina che John è in ristrettezze economiche, ha un fratello alcolista appena divorziato, che tiene a lui ma a cui Watson non si rivolgerebbe perchè non approva le sue abitudini. Quando Watson si fa spiegare come ha fatto Holmes a sapere tutto questo, la risposta è "fantastico" e non il solito "piss off" che la gente, di solito, butta in faccia all'indelicato Holmes. Nel frattempo prendono il via una serie di suicidi misteriosi, che per Sherlock non sono affatti tali. Sulla scena del crimine ribatte all'Ispettore Lestrade che, quella donna morta sul pavimento, vestita tutta di rosa, doveva avere con sè un piccolo trolley (anche lui rosa), che è scomparso... portato via dall'assassino.
La domanda clue dell'episodio: "Chi è che vediamo ogni giorno, di cui ci fidiamo, che passa invisibile tra di noi?"


Presa da starijas.
The blind banker: L'episodio di apre al National Antiquities Museum, dove una giovane orientale fa una dimostrazione di cerimonia del tè per alcuni turisti. Un giovane collega cerca di portarla a cena fuori, ma lei si tira indietro. A sera, riponendo le antichissime ceramiche con cui ha fatto la dimostrazione (e attraverso l'uso le preserva, per evitare che la materia si rompa), vede qualcosa di spaventoso. La scena cambia, ci ritroviamo al 221B di Baker Street dove Holmes e Watson sono così accomodati che il povero John va a fare la spesa e Sherlock si occupa di un assassino con sciabola venuto con cattivi intenti. Watson torna a mani vuote dall'infernale mattinata, avendo avuto problemi con la carta pin, e Sherlock finge che niente sia successo. John esce di nuovo e al ritorno trova Sherlock sul suo pc, che controlla le email. Gli chiede perchè non ha preso il proprio e Holmes risponde che il proprio era nella stanza da letto. Dopo una non spiegazione di questo tipo, John prova a chiedere a Sherlock di prestargli dei soldi, Holmes risponde che deve andare in banca e si ritrovano nella sede di una importante azienda di finanza internazionale. 
Un vecchio conoscente infatti ha chiesto aiuto a Holmes: qualcuno è entrato nottetempo in una zona riservata dell'ufficio, dove tengono il ritratto di un importante pezzo grosso della loro azienda, defunto. Sul ritratto, segni in giallo, bomboletta spray. A Holmes viene chiesto di capire come hanno fatto a entrare, e Sherlock capisce che era il messaggio per qualcuno, visibile dalla scrivania del responsabile di Honk Kong. Guarda caso, non in ufficio. Ritrovato morto nel proprio appartamento da Holmes e Watson, andati lì a indagare. Il semplice compito si trasforma così in una indagine su questo e un altro omicidio, scivolando nelle atmosfere orientali di associazioni cinesi molto pericolose...
La domanda clue dell'episodio: "Se le porte e le finestre erano chiuse dall'interno, come è entrato il killer?"


Preso da Alessia Pelonzi.
The great game: Questa puntata procede su due binari paralleli che, in apparenza, non hanno niente in comune tra loro. Inizia a Minsk, Bielorussia. Holmes è stato chiamato da un uomo che lo vorrebbe in sua difesa per un processo per omicidio. Per niente interessato e disgustato da quel potenziale cliente, torna a Londra dove lo aspetta il fratello Mycroft, che vuole affidargli un incarico di sicurezza nazionale. Holmes non vuole prendere quel lavoro, Mycroft lo mette nelle mani di Watson. Sherlock viene contattato da Lestrade per un'emergenza: qualcuno ha inviato a Scotland Yard un cellulare identico a quello di Uno studio in rosa. Infatti, Watson ha cominciato a scrivere sul proprio blog delle avventure insieme con Sherlock (anche Lestrade legge il blog; tutti leggono quel blog). Ma il cellulare non è opera di un mitomane, perchè finalmente si fa avanti l'acerrimo antagonista di Holmes: il Professor James Moriarty, che pianifica una serie di intricati stratagemmi e puzzle che, se non risolti da Holmes, portano alla morte delle persone coinvolte. Nel frattempo, l'importante missione di interesse nazionale finisce nelle mani di Watson...
La domanda clue dell'episodio: "Che mi prema salvarli mi aiuterà a salvarli?"


I personaggi:

Sherlock Holmes
Di lui sappiamo che nel 1989 era un ragazzo, quindi è nato presumibilmente negli anni 70'. Il suo primo caso fu quello di un giovane nuotatore, un coetaneo morto affogato in piscina: i sospetti del giovane Holmes furono destati dall'assenza delle scarpe del ragazzo. Non si sa molto altro sulla sua giovinezza, a parte questo episodio, il resto lo si può solo immaginare attraverso i battibecchi con il fratello Mycroft.
Sherlock non ha una mente acuta. Sherlock è la sua mente. Ragiona in modo fulmineo, e parla con altrettanta velocità. Non si cura affatto che gli altri capiscano, è abituato a che gli altri non pensino. Più che spigoloso nei rapporti sociali, non ha amici e non si sa nulla di precedenti girfriends, boyfriends or relationships (cit. ep. 3). Tantomeno tiene minimamente conto dei sentimenti degli altri: è, insomma, un sociopatico estremamente brillante. È sposato al suo lavoro, tanto che dimentica tutto ciò che non serve ai fini delle indagini (ad esempio, che la terra giri attorno al sole). Mentre lo Sherlock di Guy Ritchie è un personaggio estremamente spettacolare, un iper un po' lunatico ma con tutte le caratteristiche del personaggio da ammirare, lo Sherlock – Cumberbatch è brillante e costantemente denigrato o peggio. Riesce a imporsi nelle indagini poichè è un consultant detective, l'unico al mondo (mestiere inventato da lui): quando Scotland Yard non riesce a venire a capo di un delitto, è Sherlock che chiamano. Tanto che il Sergente Donovan, incontrando la prima volta Watson al fianco di Holmes, gli dice di stare lontana da Sherlock perchè è uno psicopatico, che un giorno, per noia, compirà da sè un omicidio solo per il gusto di farsi vedere risolverlo... Holmes suscita grandi invidie e incomprensione, non se ne cura affatto (ma chissà che questo possa ritorcerglisi contro, un giorno?).
Una corazza così forte nasconde, però, un piccolo angolo di sentimento. Perchè sì, ci sono dei momenti in cui Sherlock manifesta, e anche con forza, quello che sente, che lascia tradire le emozioni. Anche Sherlock Holmes ha un cuore, anche se gli altri pensano che non sia così...
Tra il pilota e la prima puntata: Cogliamo l'occasione di parlare di alcune differenze tra i due, visto che riguardano molto da vicino la caratterizzazione di Sherlock. La più lampante, è l'eliminazione di qualunque accenno alle droghe: nell'episodio pilota, il serial killer riesce a iniettare un forte calmante a Holmes, commentando che se riusciva a stare ancora in piedi doveva proprio fare un uso frequente... Nei libri del Doyle è chiaramente detto che Holmes ricorreva all'eroina o alla cocaina in endovena, a seconda delle esigenze. Nella prima puntata, andata in onda, figura semplicemente l'uso di cerotti di nicotina. In sovrannumero rispetto alla dose consigliata, ma sicuramente meglio di altro... Lo Sherlock Holmes del 2000 neanche fuma, visto che Londra non è diventata posto, a detta sua, per indugiare nel vizio del fumo!
Un altro aspetto a differenziare i due episodi, più sottile, è nella caratterizzazione: nella prima puntata viene introdotto il personaggio di Mycroft, che permette di vedere Sherlock in una luce quasi umana (ha un fratello, quest'uomo, non viene fuori dalla terra), e al tempo stesso molto strana (un rapporto molto problematico, come vedremo fra poco). Attraverso un diverso svolgimento dei fatti, specie della seconda parte della puntata, viene inoltre fatto chiarissimo accenno a Moriarty... ma solo dopo che Sherlock ha usato le cattive maniere (dimostrando una freddezza e una capacità di tagliare ogni legame empatico con gli altri, decisamente fuori dal comune).
Un elemento essenziale che invece viene tenuto identico, tra i due episodi, è il gesto di Watson, verso fine puntata, che segna definitivamente la sua entrata nella vita di Sherlock Holmes e la conquista della sua fiducia.

John Watson
Interpretato da Martin Freeman (per amore di cronaca: fu più semplice trovare Benedict Cumberbatch, per Sherlock, che qualcuno per la sua 'spalla'). John è un medico militare. Tornato dall'Afghanistan non riesce ad abituarsi alla vita civile. Incontra Holmes e va a convivere con il detective brillante e insopportabile, presso la signora Hudson, al 221B di Baker Street. Trova che Sherlock sia brillante e incredibile, non se la prende troppo per l'incontro burbero con il detective... Si trova spesso a dovergli chiedere spiegazioni delle conclusioni cui lui arriva in un batter d'occhi, ma diventa ben presto partner in ogni sua indagine. Riesce a superare la zoppìa psicosomatica grazie all'adrenalina del vivere accanto a Sherlock. Non ne condivide il distacco nei confronti degli altri esseri umani, ma John è sicuramente l'unico che ha occasine di vedere lati più insoliti di Sherlock Holmes.
Si appassiona così tanto alle loro avventure da usare il blog, aperto su suggerimento dell'analista, per raccontarle. Il sito ottiene un grande successo, visto che chiunque nella serie TV comincia a dire di averlo letto e seguirlo!
Watson si confronta anche duramente con il compagno di appartamento, nel momento in cui sono di fronte a questioni di vita o di morte altrui. Un tratto interessante è che Sherlock, quando rischia la vita e Watson è assente, non informa mai John di quello che è rischiato di accadergli. John riesce a sopportare anche i lati peggiori del carattere di Sherlock, e resta sempre più coinvolto dalla sua vita. Cerca ripetutamente di uscire con alcune donne, durante la serie, ma ogni appuntamento finisce sistematicamente per una ragione o l'altra, sempre legata ad Holmes (nei film, invece, è Sherlock stesso che non sopporta che John si sposi, e tenta ogni tipo di sabotaggio volontario): al punto che nella prima puntata della seconda stagione... Ma no, non diciamolo!! Rimandiamo alla prossima recensione. :D


Il rapporto tra Sherlock Holmes e John Watson
Non sapremo mai cosa passi per la testa di Moffat e Gatiss (il quale, ricordiamolo, non solo è gay ma anche felicemente sposato), o quali gli intenti oscuri della BBC. I due scrittori si sono limitati a dichiarare di essere fan della saga di Sherlock Holmes da praticamente sempre. E, nelle interviste ufficiali (come questa), gli interpellati non mancano di sottolineare che no, non avevano quegli intenti mentre recitavano... 
Se i due fossero solo amici, Holmes sarebbe peggio della peste nera, visto che il povero Watson non solo viene sabotato in ogni tipo di approccio romantico verso le donne, ma viene continuamente scambiato per il boyfriend di Holmes. In qualunque ristorante o posto si siedono per mangiare, l'avventore li prende per una coppia; la stessa signora Hudson chiede se sono insieme e, tanto, non c'è mica niente di male; Mycroft Holmes li considera praticamente già sposati e Irene Adler sospetta che Holmes piaccia a Watson più di quanto piaccia a lei (asserzione significativa visto che Irene non solo si rovina a causa di Holmes, ma cerca di invitarlo continuamente a una cena romantica). Le donne con cui Watson esce restano continuamente deluse, al punto che ... ops, anche qui seconda serie, niente spoiler! :D
Insomma, Watson non ha pace. E anche nei libri, ci sono molti punti di ambiguità... che una fan si è applicata a trovare: tutti i passaggi, nei lavori del Doyle, che farebbero pensare ad altro che un'amicizia tra i due.... 
Watson, nel primo episodio, cerca di capire se Sherlock abbia qualcuno con cui stare: una ragazza per "feed you up", al cui Holmes risponde un enigmatico "it's not really my area". John cerca allora di capire se ha un boyfriend, che non ci sarebbe niente di male, e Holmes, altrettanto vagamente, risponde che sì lo sa che non ci sarebbe niente di male. E a quel punto Sherlock mette in imbarazzo il coinquilino, dicendogli che lui è sposato al proprio lavoro, e a Watson tocca pure cercare di giustificarsi che no, non chiedeva per provarci... Povero Watson!
In ogni caso, anche senza voler essere troppo maliziosi con questi due flatmates, il rapporto tra Holmes e Watson viene considerato molto stretto... E, di sicuro, l'uno rappresenta per l'altro qualcosa di unico: un legame di fiducia, affetto e rispetto. Al punto da essere disposti a rischiare la vita l'uno per l'altro.
Non parleremo ora della bellissima Irene Adler (Lara Pulver) che Gatiss e Moffat ci hanno regalato, poiché compare nella seconda stagione. Possiamo anticipare che si tratta, anche in questo caso, di una versione alternativa (alla seppur sempre splendida) Irene del film, che riuscirà a intrigare Sherlock Holmes in un modo estremamente pericoloso...


Mycroft Holmes
La caratterizzazione di Mycroft ne fa un personaggio chiave. Nel film Gioco di Ombre Stephen Fry è un piccolo gioiello, ma Mark Gatiss (sì, proprio lui, uno degli scrittori!) riesce a essere straordinario, sia nell'interpretazione scenica che in quella di caratterizzazione. 
Mycroft Holmes compare nella prima e nella terza puntata della prima stagione, costituendo immediatamente un punto di riferimento per lo spettatore e per Watson stesso, che inizialmente non sa neanche che si tratta del fratello di Holmes. La caratterizzazione del Doyle, nei libri, è assai scarna: Mycroft compare di rado. Pertanto gli autori si ritrovano liberi di partire dalle (seppure assai significative) indicazioni del Doyle, per costruire la figura di questo fratello.
Mycroft è preoccupato per la salute e la sicurezza di Sherlock. I rapporti tra i due sono pessimi, specie considerando l'ostilità con cui Sherlock si rivolge verso al fratello, maggiore di sette anni, definendolo la persona più pericolosa che si possa incontrare. Entrambi sono estremamente acuti nella loro scienza deduttiva, ma Mycroft è addirittura superiore. Solo, è molto pigro (e molto impegnato sul lavoro). Lavora per i servizi segreti britannici (anzi, sembra che Mycroft sia il cuore dei servizi segreti) ed è, addirittura, amico della Regina, cui è leale oltre ogni dire.
È un uomo estremamente composto, sempre in compagnia del fidatissimo ombrello. Verso Sherlock si comporta con la tolleranza sufficiente del fratello maggiore (considera i loro screzi un "childish feud"), e non esita a sfruttare Watson per costringere il grande detective a farsi carico di un caso di importanza nazionale...
L'opinione di Mycroft sui due è che Watson potrebbe essere la soluzione, per Sherlock, oppure farlo sprofondare in livelli ancora peggiori. Su Watson, è che questi diviene "very loyal very quickly" (opinione condivisa anche da Moriarty, che definisce Watson il "pet" di Sherlock...).

Molly Hooper
Intepretata da Louise Brealey, è un medico patologo innamorata di Sherlock. Cerca in tutti i modi di attirare la sua attenzione, stentando a comprendere di non avere alcuna speranza. È a lei che Sherlock si rivolge ogni volta che ha bisogno di qualcosa in particolare, che riguardi cadaveri & co. La prima volta che lo spettatore vede Sherlock, infatti, lo trova in obitorio che prende a scudisciate un cadavere di fronte allo sguardo un po' sconvolto della ragazza. Rassegnandosi con Sherlock, Molly cerca di intraprendere una relazione con un collega... E presentandolo a Sherlock di sente dire da questi (con la solita brutalità) di lasciare la nuova fiamma perchè... è gay!


Jim Moriarty
Interpretato ad Andrew Scott, stesso discorso di Mycroft Holmes: una versione alternativa a quella del film. Perfettamente riuscita. Jim è nell'ombra, dietro le quinte. Palesemente gay e sicuramente folle, è un criminal consultant, speculare e opposto al lavoro di Holmes. Considera Holmes un serio ostacolo e un vero antagonista, al punto da volerlo fare a pezzi. Viene nominato nella prima puntata, figura nella seconda attraverso un nickname, ma è solo nella terza che lo si può finalmente vedere. Bravissimo Andrew Scott, che riesce a rendere un Moriarty così fuori di testa e intenso.
Chissà se riuscirà a mettere in scacco Sherlock Holmes?


Extra: pensieri vari, dalla seconda puntata:
Un punto che mi ha particolarmente colpita. Sherlock ha bisogno di una consulenza, sulla pittura. Lui e Watson si dirigono verso la National Gallery... Entrano nel prestigiosissimo museo che raccoglie dipinti di tutte le epoche e provenienze? No! Fanno il giro dell'edificio e Sherlock consulta un ragazzo che sta dipingendo, con bombolette spray, un poliziotto londinese con il naso di maiale. È lui il consulente di Sherlock!
L'arte di strada è quello che serve per risolvere il caso, l'arte viva, in divenire. Una scelta tanto più forte se si tiene conto che, salendo i gradini che portano all'ingresso della National, Sherlock dice a Watson che oggigiorno siamo tutti circondati da codici, cifre elettroniche (presentissima la tecnologia, in questa serie TV: uno strumento davvero essenziale! Deliziosa anche l'idea di far vedere gli sms in sovraimpressione, come parte delle inquadrature).
Per risolvere il loro intrigo serve qualcuno che si intenda di un codice antico. Ovviamente il giovane artista di strada non capisce, nè potrebbe, la visione d'insieme di Sherlock. È Holmes a renderlo utile, a vederlo in quell'ottica estremamente mobile e a 360°. Quelli all'interno della National Gallery non possono essere utili per lo scopo specifico di questo caso. Tutto viene messo in prospettiva (così come nel terzo episodio vediamo Sherlock servirsi dei senzatetto per ottenere rapidamente le informazioni che gli servono). È una scena particolarmente forte, perchè la National... insomma, è la National, famosa in tutto il mondo. E il giovane sta sparando vernice spray su una porta posteriore sì, ma pur sempre della National Gallery.
Inoltre, in questo episodio vediamo anche una dimostrazione dei riflessi acutissimi e delle capacità fisiche di Holmes, che afferra al volo un oggetto che sta cadendo. Lo Sherlock della serie TV è molto meno fisico rispetto a quello di Robert Downey Jr, ma non si tira mai indietro di fronte agli scontri fisici, dimostra agilità nel sapersi muovere e sa usare il proprio corpo come un vero e proprio strumento perfetto di percezione.

Insomma, siamo di fronte a una Serie TV irrinunciabile, per i fan di Sherlock Holmes. 
Se poi sono amanti dell'intrigo e di una buona azione, ancora meglio. 
Se cercano una recitazione incredibilmente teatrale, perfetto...

Se poi pensate che Watson e Holmes
non la raccontino tutta... magnifico.
E' la serie che fa per voi (o 
slashers di tutto il mondo).


@ Carla Righetti per Dita di Inchiostro.

4 commenti:

  1. Questo nuovo Holmes è uno spettacolo!

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    1. Una piccola, imperdibile perla! E hanno da poco confermato la quarta stagione!! (Certo, facessero uscire la terza nel frattempo... xD)

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  2. Ho ritrovato questo post, in questi giorni è uscita la terza e sono tutti talmente eccitati che mi è venuta voglia di iniziarla a vedere :)

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  3. I love it! Una delle migliori serie tv di sempre. Suspence, azione, intrighi amorosi al di fuori dell'immaginabile; il tutto rigorosamente alternato con soprendente maestria in un mix imperdibile d'avventura e d'azione. L'interpretazione degli attori poi è lodevole e rappresenta il coronamento ottimale di tutto questo. SH! we are looking for the 4 season!

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