mercoledì 12 settembre 2012

Norwegian Wood: crescere, perdere e amare...


È impossibile che qualcuno possa sempre
proteggere un altro, in eterno.


Avete sentito parlare di Haruki Murakami e dei suoi romanzi strambi? Parliamo di uno scrittore strambo. Amate il Giappone? Amate le storie sentite col petto ma non sentimentali? Ecco, allora Murakami fa per voi, ma scrive in modo così personale che non basta amare un genere per amare anche lui!
Anche perché, Murakami non ha un genere.
In effetti, spessissimo, di fronte a un romanzo scritto da un Giapponese il risvolto di copertina è completamente inutile per capire la trama (anzi, spesso è proprio dannoso). Con Murakami questo conta il doppio. Quindi, o voi che state leggendo questa recensione, prendetela con misericordia e immaginate che, di tutto quello che scrivo, ben poco sia valido! Le sensazioni fisiche che tramettono i libri di Murakami sono uniche, personali. Si tratta dell'incontro tra il lettore e l'autore. Niente critici, niente amici che consigliano.
Si tratta di un incontro con parti di noi che non credevamo di avere. Di essere.
Norwegian Wood (pubblicato nel 1987) è il romanzo strambo tra i suoi romanzi strambi. Nel senso che sembra un romanzo normale.

Ma sarà davvero così?


La città di Kobe (a 30 km da Osaka),
dove Toru ha vissuto gli anni dell'adolescenza
e del liceo.
Di sicuro, è un romanzo che coinvolge, appassiona e commuove. Il protagonista, Toru Watanabe, ricorda gli anni dell'adolescenza e dell'università. Una fase di passaggio ricca di felicità e tristezza: l'estrema umanità nella solitudine di quel che resta, il primo vero e incredibile amore, il senso dell'amicizia, la perdita, la crescita e la scelta, la vita che cerca il modo di fiorire e andare avanti, la morte che, senza alcuna spiegazione o perchè, la rende bella così com'è. Il delicatissimo passaggio dall'adolescenza alla vita adulta, raccontato attraverso lo schermo della malinconia, la forza delle emozioni e della memoria che cerca di conservare, a tutti i costi, quello che è irrimediabilmente perduto.

Mappa della metropolitana di Tokyo,
dove Toru si trasferisce per frequentare
l'Università privata... Non è un vero labirinto?
Haruki Murakami ci fa rivivere la vita di un giovane che, nella fine degli anni 60, aveva vent'anni. Attraverso di lui, getta uno sguardo anche alle rivolte studentesche e alle agitazioni di quel periodo, per mostrarne la debolezza e l'inutilità, in una società che non sarebbe cambiata. 
Piuttosto, come nel film capolavoro di Bernardo Bertolucci, il film The Dreamers (2003), si concentra sulle vicende intime e private: a differenza del film del grande regista italiano, però, Toru cambia e matura, lotta per recuperare quello che gli scivola dalle mani, e gli eventi legati al '68 lo toccano in misura minima. Il Giappone non cambia e non migliora la sua vita, trova se stesso attraverso un percorso difficile, complesso e tormentato, in cui impererà a essere fedele al proprio cuore.
Il romanzo ebbe un successo del tutto inaspettato, rendendolo un nuovo fenomeno letterario in madrepatria (cosa che Murakami non gradì particolarmente). Lo scrittore, appena concluso La fine del mondo e il paese delle meraviglie, decise di misurarsi, infatti, con una storia in cui elementi sovrannaturali fossero del tutto assenti...

Ehi, Kizuki, pensai, io a differenza di te ho deciso
di vivere, e anche di cercare di vivere bene. Immagino quanto
deve essere stata dura per te, ma lo è anche per me, credimi
sulla parola. E lo è perché tu sei morto lasciando Naoko
in quel modo. Ma io non la abbandonerò così. Perché le voglio
bene e perché sono più forte di lei. Ma diventerò ancora
più forte di come sono adesso, e più maturo. Diventerò adulto.
Devo farlo. Finora ho sempre pensato che avrei voluto oscillare
in eterno tra i diciassette e i diciott'anni, ma adesso non lo
penso più. Non sono più un ragazzo. Comincio a sentire
le responsabilità.
Ho vent'anni ormai.
E devo pagare il prezzo per continuare a vivere.
Ma il mondo delle emozioni non è di suo, sovrannaturale? Non è un mistero che solo la scrittura può sciogliere?
L'amore è poi così "normale"? E quante forme di amore esistono? Quello per un uomo in fin di vita, quello per un amico, quello per un fantasma e quello per la vita?
Norwegian Wood è il romanzo più emozionante e delicato di Murakami, quello che ci mostra un mondo diverso. Un mondo fatto di crescita e ricerca personale, viva, che accade al protagonista mentre lui vive la vita di tutti i giorni.
Nulla di eclatante o forzato. Watanabe ha onestà e integrità, e un grande trauma adolescenziale da superare. All'inizio cerca di farlo andandosene dalla città dove è accaduto, dimenticando tutto. Poi, incontra di nuovo qualcuno che lo porterà a fare i conti con se stesso e con grandi e piccoli problemi, dilemmi, emozioni, che lo apriranno alla vita adulta


- La differenza tra le persone che sanno aprire il loro cuore,
e quelle che non sanno. Tu sai aprirlo. Ma solo quando dici tu, beninteso.
- E se uno lo apre cosa accade?
Sempre senza posare la sigaretta Reiko appoggiò le mani sul tavolo
e con aria divertita disse: - Si guarisce.

Un protagonista assolutamente indimenticabile, che cerca di trovare la propria strada. Affronta così i pericoli del crescere, spesso cerca di essere giusto con le persone, di riflettere, di comprendere, di sostenere la lotta contro la mancanza e il venir meno delle illusioni dell'adolescenza.
Il tocco magistrale di Murakami è proprio nella caratterizzazione di un giovane che non è un santo, che vive pienamente e cerca di venire a patti con l'esistenza che ha già condotto e, per farlo, comincia a scrivere.
Fermare i ricordi e impedire che scompaiano del tutto, per mantenere una promessa fatta molti e molti anni prima... Non dimenticare. Non era stato proprio per dimenticare che Toru ha lasciato Kobe e si è iscritto in una Università di Tokyo?
Qualcosa è cambiato.

La trama. Toru Watanabe fu l'ultimo a vedere il suo migliore amico, Kizuki, il giorno che questi si tolse la vita. Senza lasciare una parola di spiegazione, a 17 anni, Kizuki si lasciò alle spalle anche Naoko, la sua ragazza. La felice dinamica che si era creata tra i tre amici si spezza, e col tempo Watanabe verrà a sapere che Kizuki, che credeva così bravo e brillante in tutto, cercava di mostrare solo il proprio lato migliore a quell'amico cui teneva molto. Naoko, rimasta indietro insieme a Watanabe, cerca di tenere insieme i pezzi del cuore. I due si innamorano ma la fragilità psichica della ragazza impedirà che siano felici insieme, fino alla partenza di lei per una clinica tra le montagne. Watanabe, rimasto a Tokyo, conosce nel frattempo altre persone, tra cui Midori Kobayashi, una compagna di università estremamente socievole, estroversa. Fidanzata ma con un debole per Watanabe, Midori cercherà di stringere il legame tra loro due, sempre più presa dal carattere franco e generoso di Watanabe. Nel frattempo, il giovane stringe amicizia con Nagasawa: intelligente, brillante e intraprendente, Nagasawa è tanto perfetto e coerente con se stesso da essere quasi senza cuore. I due, accomunati dalla passione per Il grande Gatsby di Fitzgerald, escono insieme e, sulla scia di Nagasawa e del suo charme, Watanabe fa esperienza del corpo di altre ragazze, in attesa di Naoko...

I personaggi. Cercare di dipanare i fili intessuti da Murakami sarebbe assolutamente impossibile. Il modo in cui impariamo a vederli e conoscerli è un modo di viverli, di incontrarli in carne e ossa attraverso i ricordi di Watanabe. Non sappiamo se di tutto quello che racconta sia rimasto qualcosa nella sua vita presente di trentenne, Murakami lascia in sospeso tutto quello che andava lasciato in sospeso, che contribuisce a rendere Norwegian Wood un libro che completiamo con il nostro cuore di lettori. Un romanzo che diventa proprio, si intreccia ai pensieri e alla memoria come un ricamo indimenticabile.

La morte non è l'opposto della vita,
ma una sua parte integrante.
Nessuno di loro è mai totalmente positivo o negativo. Nagasawa stesso riesce ad attirarsi il rimprovero di Watanabe, per il modo in cui tratta la sua ragazza, innamorata di lui e destinata ad averne solo infelicità. Eppure, Nagasawa è una delle figure più ambivalenti di tutto il romanzo: sicuro di sè, annoiato con la vita e sostanzialmente vuoto, è lui stesso il primo a essere incapace di aprire il cuore alla vita. La domina. Incarna le qualità che lo rendono un vincente e che, al tempo stesso, lo svuotano dall'interno delle occasioni della vita, in cui Watanabe sembra restare semplicemente impigliato ma che lo porteranno a diventare più forte, consapevole. Almeno, così, sembrerebbe... 

Niente va a senso unico con Murakami, questo romanzo non fa eccezione e si oscilla nell'impossibilità di dire l'ultima parola.


Il titolo. La canzone preferita da Naoko è Noruwei no Mori, ovvero Norwegian Wood dei Beatles. La canzone fu scritta per l'album del 1965 Rubber Soul, da John Lennon. Il titolo originale del romanzo è lo stesso della canzone. Riportiamo di seguito il testo... (la state ascoltando sin da quando avete aperto l'articolo)


I once had a girl, or should I say, she once had me... 
She showed me her room, isn't it good, norwegian wood? 

She asked me to stay and she told me to sit anywhere, 
So I looked around and I noticed there wasn't a chair.
I sat on a rug, biding my time, drinking her wine 
We talked until two and then she said, "It's time for bed" 

She told me she worked in the morning and started to laugh. 
I told her I didn't and crawled off to sleep in the bath 

And when I awoke, I was alone, this bird had flown 
So I lit a fire, isn't it good, norwegian wood.


Il film. Il regista vietnamita Tran Hanh Hung ha realizzato, nel 2010, una trasposizione cinematografica del romanzo di Murakami,  mantenendo il titolo originale. Ha concorso al Festival del Cinema di Venezia 2010, per il Leone d'Oro (che però non ha vinto). Anche se non ha avuto un gran consenso di critica, ne consiglio la visione dopo la lettura del romanzo: la pellicola è gradevole, e vale proprio la pena vedere le atmosfere e il luoghi in cui si sono mossi i personaggi di Murakami... 
Le immagini che avete visto sono state riprese proprio dal film. 

La scrittura del romanzo. Nel 1984 Murakami pubblica un racconto, Hotaru (La lucciola, a disposizione del lettore italiano nel libro I salici ciechi e la donna addormentata, raccolta di scritti brevi), che è... la prima stesura della storia di Toru Watanabe! Viene inserito all'interno del romanzo nella forma di un capitolo, risultando poi un tassello di tutta la vicenda del protagonista, ampliata e approfondita. Consiglio la lettura di questo nucleo originario, se avete amato Norwegian Wood, perché... è incantevole. E, sicuramente, molto più malinconico: non parla di Nagasaki o Midori, persone importanti negli anni della vita universitaria di Watanabe, che resta quindi legato a Kizuki, che è morto, e a Naoko, con cui non riesce a stare insieme. Il suo compagno di stanza gli dà una lucciola, e Watanabe la libera nella notte... restando incantato a guardare la scia di luce, che si fa sempre più lontana... 
In ItaliaNell'Introduzione all'edizione italiana del romanzo, Murakami dice di averlo iniziato alla fine del 1986, in Grecia. Dopo la permanenza di un mese in Sicilia, si è trasferito a Roma in una casa con una piccola cucina, che affaccia sul Tevere. Qui, ha scritto la maggior parte del libro. Il titolo originale era Ame no naka no niwa, dal titolo di una sonata di Debussy, che l'autore amava al punto di essersi annotato anche la traduzione italiana: Il giardino sotto la pioggia
Rendendosi conto che il racconto diventava sempre più corposo e non poteva più essere abbracciato dal primo titolo, ha deciso di usare la canzone dei Beatles.
Murakami conclude la Prefazione scrivendo: 


Ogni volta che penso a questo romanzo, ancora oggi alla mie mente affiorano i paesaggi dell'Italia degli anni ottanta. Per questo, se i lettori italiani lo amassero, non potrebbe esserci per me gioia più grande.

Carissimo Murakami... l'ho così amato che mentre scrivevo questa recensione mi sono dovuta mordere più volte le dita per non fare spoiler, parlando di tutte le cose fantastiche che hai tirato fuori dai cassetti della tua anima!



Titolo: Norwegian Wood.
Autore: Haruki Murakami
Editore: Einaudi (traduzione dal giapponese e introduzione di Giorgio Amitrano).
Pagine: 376.
Prezzo: 11,50.




@ Carla Righetti per Dita di Inchiostro.

11 commenti:

  1. Splendida recensione, una delle migliori che io abbia mai letto in rete ;-) Complimenti

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    1. Grazie! E' mio puro piacere condividere tanto amore per le cose belle, e Norwegian merita tutti gli sforzi possibili. Immagino che anche a te sia piaciuto? :)
      (Scusami per il ritardo nella risposta)

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  2. davvero un'ottima recensione...I miei complimententi: completa e piacevole! mi sono avvicinata a Murakami quest'anno proprio con Norwegian Wood...Mi è rimasto nel cuore! dovrei vedere il film a questo punto! ; )

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    1. Grazie grazie! (Anche tu perdonami il ritardo ;_;). Io temevo di aver sproloquiato anche troppo, anche se volevo dire di più, di più e ancora di più, perché i personaggi sono così ricchi, così vivi e vividi... *_* Io iniziai con Kafka sulla spiaggia, poi recuperai gli altri e Norwegian è stato l'ultimo, in ordine temporale (a parte 1Q84 che ho comprato appena uscito).
      E' difficile dimenticare i protagonisti di Haruki. In generale, è una scrittura che ti si appiccica ai neuroni e non riesci più a scollarla :D (in senso estremamente positivo).

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  3. Complimenti davvero per la recensione!
    La canzone dei Beatles, splendida e sottovalutata, esprime benissimo l'atmosfera generale del romanzo, è perfetta per far intravedere la natura di Naoko e del suo rapporto con Toru. I personaggi di questo romanzo sono il suo punto di forza, così umani e imperfetti da far sembrare di conoscerli sul serio, nella vita.
    Il film mi ha un po' delusa, nonostante le belle immagini non mi hanno convinta del tutto gli interpreti, e la storia è troppo densa di eventi, sembra un groviglio intricato se non si è letto il libro. Purtroppo (o per fortuna) quando si ha sottomano del materiale già così perfetto in partenza è quasi impossibile tirarne fuori una trasposizione che sia all'altezza delle aspettative.

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    1. Grazie! Ci ho messo il cuore! (Perdona anche tu il ritardo nella risposta....)
      Esatto, l'imperfezione è uno dei punti forti del romanzo, e non è un paradosso. Toru ha tanti difetti, se uno ci pensa bene li trova, e anche il finale lascia una parentesi molto aperta, non si sa affatto come finisce esattamente. Naoko è adorabile ma... brr. E' una situazione davvero complicata e difficile, Murakami può aver scritto un libro "realistico" quanto vuole ma se si parla di malattia mentale... non vedo poi tante differenze rispetto a una trama come "La fine del mondo e il paese delle meraviglie": anche se quest'ultimo è di tutt'altro genere e fa altri voli pindarici, ci sono alcuni parallelismi.
      Del parallelismo tra Naoko e la canzone dei Beatles ho taciuto perché la distruttività della canzone di Lennon la ritrovo moltissimo nella ragazza. Il fuoco è molto, molto calzante, anche se Naoko è "fredda" (quella che brucia è Midori, e infatti lei e Toru vedono l'incendio da casa di lei...). Una canzone in effetti triste come tristissima è la parabola di Naoko...
      Il film era un azzardo. Davvero complimenti per il coraggio, perché un libro del genere credo sia impossibile riuscire a renderlo davvero su pellicola, a meno che non hai il tocco di un Genio. Quando i libri parlano così di sentimenti e stati interiori (e Norwegian è una piccola perla riuscitissima quindi ancora peggio) o prendi un cast da brividi e ti metti giù a lavorare in modo molto molto appassionato e puntiglioso, oppure tiri fuori una cosa che tutto sommato si lascia guardare. Assolutamente da vedere dopo il libro infatti, giusto per rendersi conto del "Giappone", degli ambienti e delle atmosfere.
      Grazie per il commento! :)

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  4. un amico ha riportato questa frase
    "Smettila di tormentarti tanto. Ogni cosa segue comunque il suo corso, e per quanto uno possa fare del suo meglio, a volte è impossibile evitare che qualcuno rimanga ferito. È la vita. Faccio un po' il grillo parlante ma è ora che tu cominci a imparare certi meccanismi della vita. A volte tu ti sforzi troppo di adattare la vita ai tuoi meccanismi. Se non vuoi finire anche tu in una clinica psichiatrica cerca di essere un po' più aperto e di abbandonarti di più alla vita così come viene. Anche una donna debole e imperfetta come me ogni tanto arriva a rendersi conto di quanto meravigliosa sia la vita."
    sono corsa ad acquistare il romanzo e l'ho trovato bellissimo.

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  5. Scusate io ho letto il romanzo e l'ho trovato bellissimo! Ma non vi sembra che il finale sia un po' senza senso? che centrava fare l'amore con Reiko che ha tra l'altro più di trent'anni? questa scelta di Toru mi sembra surreale in quanto egli non ha mai ceduto alle tentazioni di Midori, anche dopo essersi innamorato profondamente di lei, per essere rispettoso nei confronti di Naoko. Dopo la morte di Naoko lui comunque non rispetta Midori perchè va prima a letto con un'amica. Infine, solo dopo aver salutato Reiko, la chiama per dire che non vuole più stare senza di lei. Non lo trovo un finale spontaneo come invece è spontaneo tutto il libro. Il racconto è così reale e naturale. Invece, il finale è così strano. Leggiamo il rapporto intimo e i sentimenti che nascono per Midori. Assistiamo al suo rispetto profondo nei confronti di Naoko. E poi tradisce Midori per Reiko???

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  6. Ho finito il libro ieri sera. Mi sento come se avessi dovuto dare un triste addio a dei vecchi amici, ogni personaggio mi ha lasciato qualcosa dentro, persino quelli secondari come Sturmtruppen o Hatsumi (anche se non sono sicuro che in questo libro ci siano personaggi che si possano definire secondari, visto come ognuno ha lasciato un segnato in Watanabe). Complimenti per la recensione, coglie davvero l'essenza del romanzo ed è davvero ben scritta! Ho scelto di postare il mio commento come risposta a quello di Perla perché anch'io ho avuto la sua stessa identica impressione riguardo al finale: la scena del secondo funerale di Naoko è bellissima, davvero commovente, ma anche secondo me il fatto che i due finiscano col fare l'amore stona con i principi di Watanabe, con il suo precedente "voto" di fedeltà a Naoko e in generale con l'atmosfera creata nei capitoli precendenti. Il personaggio di Reiko è straordinario, e dall'ultimo scambio di battute tra lei e Toru (subito dopo l'ultima canzone) mi sarei aspettato che lui le chiedesse di abbracciarlo forte come faceva con Naoko per calmarla quando lei aveva una delle sue crisi, stringendola forte e accarezzandola finchè non stava meglio. Ma forse, con la morte di Naoko, questo era per Watanabe l'unico modo per rompere il sigillo che si era imposto promettendo alla ragazza di non andare a letto con nessun altra, l'unico modo per lasciarsi il passato alle spalle: fare l'amore con Reiko che era stata così legata sia a lui che a Naoko.

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  7. Recensione molto piacevole, quando anni fa presi questo libro per caso mi segnò davvero. Sarà perchè lo lessi esattamente a 20 anni e esattamente nel periodo in cui iniziavo a studiare fuori dalla mia città natale, condizione che mi ha permesso un immersione pressochè totale. Credo davvero sia tra i pochissimi libri che ancora oggi, quando ripenso ad alcuni suoi brani, è capace di scombussolarmi l'animo. Ho trovato tra l'altro magnifico il commento di Perla che "se la prendeva" perchè Watanabe "tradisce" Midori. Una considerazione di questo genere dà proprio la cifra di quanta umanità pervada tutto il libro e di quanto si riesca ad entrare in sintonia con un mondo delle affezioni. Norwegian Wood è un alchimia davvero incredibile e questo, per me, è dovuto dal fatto che sia un romanzo di formazione (un vero e proprio Bildungsroman) immerso di occidente ma anche così orientale, soprattutto nello stile di scrittura così piano ma così potente emotivamente.

    Il film secondo me è un lavoro incompiuto. Tanto bravo a rendere le atmosfere con una fotografia davvero curato, quanto incapace di rendere i personaggi. A partire da Toru ma per finire su una Midori, francamente, inaccettabile. Secondo me per paura di renderlo un film forse troppo verboso si è eliso troppo e i personaggi risultano davvero freddi. Tutta questa freddezza secondo me nel testo di Murakami non c'è. Come dice Midori "Io sono una ragazza con sangue che scorre nelle vene, viva" [citazione a braccio ma immagino gli appassionati del libro capiscano a cosa mi intendo].

    Beh in ogni caso grazie per la recensione e per avermi fatto riflettere nuovamente su quello che ritengo l'indubbio capolavoro di Murakami.

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  8. Io quello che non riesco a capire è cosa c'azzecchi che lui va con Reiko alla fine... non ha il minimo senso!
    Mi è piaciuto moltissimo il libro ma quella cosa pare che non centra nulla... se ne avete capito il senso vi prego spiegatemelo ahahahh

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