mercoledì 16 gennaio 2013

La prova del miele: sesso e corpo di una donna araba, sulle orme della tradizione erotica dell'Islam


Mi importa solo l'effetto delle mie azioni su di me e sulla mia vita: il mio viso dopo l'amore, la luce nei miei occhi, il mio corpo che torna intero, le parole che mi scaldano e mi fanno nascere delle storie in petto.


Dover "gironzolare" dieci minuti ogni mattina per prendere tempo, vedersi passare avanti gli sconti, cominciare a conoscere gli scaffali e riconoscere i posti degli autori, sì che fa male al portafoglio. Approfittando degli sconti in corso Feltrinelli ho preso due libricini su cui avevo messo gli occhi da tempo, entrambi di Salwa Al-Neimi, scrittrice e poetessa siriana. I due testi sono "La prova del miele" e "Il libro dei segreti".
Entrambi sollevano il "velo" ai pregiudizi occidentali e all'ipocrisia del dogmatismo islamico, sulla donna, la sua sessualità e il mondo fittissimo di relazioni, amori clandestini, e sul sesso nella società araba di ieri e oggi. Un po' impropriamente, avevo visto per la prima volta "La prova del miele" cercando nella sezione erotismo alla Feltrinelli vicino a Piazza della Repubblica (per la cronaca, quel giorno stavo cercando "Vita di un libertino" di Ihara Saikaku, mica quella robaccia di "Cinquanta sfumature... di pattume").
Dico impropriamente perché l'autrice, in una intervista per RaiNews, chiarifica di non aver scritto un "libro erotico". Un libro scritto in prima stesura in arabo, perché è la lingua araba a possedere una particolare inclinazione per il piacere e l'amore. E, per dirlo, si risale alla fiorente tradizione della trattatistica erotica islamica, in primis "Il giardino profumato delle delizie sensuali", di Sheikh Nefwazi (devo mettere mano anche su questo libro, ormai è un must; trovate, se volete, la traduzione inglese qui). 
Il titolo si riferisce a una frase si Ibn al-'Arabi: "la prova della dolcezza del miele è il miele stesso".
(Ps: Nel caso interessasse a qualcuno, come se non bastasse l'interesse generale suscitato dal libro, contava una citazione di Kavafis in apertura - domani o dopodomani, o forse tra anni, scriverai la poesia indomabile che ha avuto qui il suo inizio -, e io ho un debole per Kavafis, anche se era omosessuale, posso farci poco!).


Andiamo alla nostra autrice. Nata in Siria, nel 1950, a Damasco, laureata in Letteratura Araba proprio presso l'università della capitale siriana, trasferitasi a Parigi negli anni Settanta (e ancora lì vivente).
"La prova del miele" è scritto in prima persona, come autobiografia (non so se reale o meno). Come dice l'autrice nell'intervista all'editore Feltrinelli, il libro non è nè un romanzo nè più che un romanzo, non ha un genere specifico, in quanto voleva essere principalmente un omaggio ai testi erotici arabi antichi. Per questo doveva essere libero nei contenuti, e dunque anche nella forma. Infatti, ciascun capitolo ha un titolo e in ogni capitolo si fa un piccolo viaggio, in storie, mondi privati, appena toccati e rivelati con una luce delicata e smaliziata (non maliziosa, proprio no, c'è un tono molto femminile ma sacrale, nel modo in cui la voce in prima persona si racconta e narra di altri).

A tutti i riferimenti (impliciti o meno) si aggiunge la storia d'amore della voce narrate con un uomo, il Pensatore, una figura assolutamente speciale nel panorama ampio e vissuto della vita di questa donna libera. Come (assai giustamente, penso) l'autrice sottolinea nell'intervista, ci sono alcuni pilastri in questo piccolo testo (piccolo di mole ma "possente" in ogni riga), che lo rendono una lettura incredibilmente piena, e "flautata": anzitutto, la gioia, la felicità, la leggerezza di cui è intriso. Pur assumendo su di sè tutto il peso dell'infinita complessità dell'erotismo, ha ali forti e non si lascia scalfire dalla morbosità di cui, solitamente, la sessualità in forma scritta soffre (e fa soffrire il lettore). Inoltre, questa donna araba non fa dichiarazioni di libertà, fa molto di più: agisce come donna libera. Citando l'autrice, "lavora, studia, legge, scrive, viaggia, vive pienamente la sua vita; e tutta questa libertà, tutta questa fioritura viene dal fatto che appartiene a questa cultura". Salwa al-Neimi insiste proprio sulla "complessità della donna araba", su legame così forte a una cultura che non impedisce apertura verso le altre. E che, in summa, spezza via un po' di certezze che l'Occidente progredito nutre su se stesso e la propria "civiltà" (un discorso molto molto complesso, lo accenno come punto d'interesse per iniziare una riflessione).
Aggiungo inoltre: pensando a cosa accade in Siria da tempo il contrasto è tanto più atroce. Eppure, anche se il libro è sospeso tra un presente sensuale e vivo, il passato di trattati antichi e vicende quotidiane, non lascia l'impressione di un divertimento o di una divagazioni fini a se stesse. Il messaggio dell'autrice è enorme. Non sta a me riferire, vi posso lasciare un'altra citazione



"Sono solo corpo, lo so, non possiedo nient'altro. Il mio corpo è la mia intelligenza, la mia consapevolezza, il mio sapere. Chi desidera il mio corpo mi ama. Chi ama il mio corpo mi desidera. Questo è il solo amore che conosco, tutto il resto è letteratura".


Titolo: La prova del miele.
Autore: Salwa al-Neimi.
Editore: Feltrinelli.
Prezzo: 6,50.
Pagine: 105.

3 commenti:

  1. Mi intriga questo libro, sopratutto per l'argomento trattato. La prossima volta che passo in una Feltrinelli lo cercherò sicuramente ;)

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  2. Niente di che, c'è di meglio!!!!!!!

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  3. Superlativo. Il mio libro preferito. L'ho letto 5 o 6 volte.... L'ho acquistato per caso .... Mentre conoscevo il mio pensatore... Una rivelazione!.....

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