domenica 20 gennaio 2013

Les Misérables: cinema e catarsi

Attenzione, la seguente recensione contiene spoiler sul film

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 Grazie ai nostri potenti mezzi (leggasi: cervello in fuga negli USA) Dita d'Inchiostro vi offre una recensione in anteprima di "Les Misérables".

 Il regista Tom Hooper (nella sua filmografia ricordiamo "Il Discorso del Re", Oscar per  miglior film, miglior regia, miglior attore protagonista e miglior sceneggiatura originale) si cimenta nella trasposizione cinematografica del Musical "Les Misérables", a sua volta ispirato all'omonimo romanzo di Victor Hugo

 Il film apre nel 1815, anno della Restaurazione, quando Jean Valjean, prigioniero 24601, viene liberato sulla parola dopo 19 anni di prigionia, dopo una condanna per il furto di un pezzo di pane, prolungata a causa di ripetuti tentativi di evasione. Anche fuori dalla galera, Valjean è un uomo marchiato. "Les Misérables" è la storia della sua redenzione, in fuga dalla caccia all'uomo da parte dell'ispettore Javert mentre cerca di costruirsi una nuova vita all'insegna del bene. Il film (e il musical) si preoccupano principalmente di seguire le vicende dei personaggi, piuttosto che il contesto storico che va a costituire uno sfondo a tratti un po' sfocato. Ciononostante la miseria, le difficoltà, le ingiustizie e la lotta per il riscatto che sono l'ossatura del romanzo risultano ben trasposte nell'adattamento cinematografico.

 Come di consueto per un film non ancora uscito in Italia non ci addentreremo nei dettagli della trama per evitare eccessivi spoiler a chi non ha letto il romanzo o visto il musical. Spoiler minori sulla trama dopo il break…


 "Les Misérables" è prima di tutto un musical. Essendo adattato da un'opera teatrale e non direttamente dal romanzo, la caratteristica che spicca più di tutte al primo impatto è che si tratta di un film interamente cantato, senza parti di sola recitazione. Così stando le cose la scelta del cast presentava indubbiamente dei rischi: meglio scegliere nomi da blockbuster cinematografico, che attira il pubblico ma potrebbe non rendere in un formato così specifico, oppure scegliere interpreti meno famosi ma in grado di garantire una buona prestazione canora?

 Tra i nomi del cast troviamo Hugh Jackman (X-men, Wolverine…), Anne Hathaway (The Dark Knight Rises, Il Diavolo veste Prada) e Russel Crowe (Il Gladiatore), quindi si è sicuramente prestata attenzione al richiamo dei grandi nomi. Grandi nomi che (quasi) senza eccezione dimostrano di essere perfettamente all'altezza anche per quanto riguarda la performance musicale, che è peraltro rinforzata dal resto del cast, costituito da attori meno famosi ma sicuramente a loro agio nella forma del film musicale.
Hugh Jackman nella parte di Jean Valjean:
 Les Misérables è soprattutto la storia della sua redenzione.

 L'impressione che abbiamo avuto dal film è che Hooper avesse chiaro cosa voleva ottenere da questa produzione e che sia largamente riuscito nell'intento: "Les Miserables" è soprattutto un film catartico: l'obiettivo di suscitare forti emozioni è sicuramente raggiunto, fortunatamente senza travalicare involontariamente nell'eccessivo e nel grottesco. La storia si concentra sui "miserabili" della Francia della prima metà del XIX secolo, durante la Restaurazione: una larga parte di popolazione costretta a lottare contro la povertà, gli stenti e le ingiustizie, talvolta vivendo di espedienti e macchiandosi di crimini più o meno gravi. Il fulcro della storia è la vicenda di Jean Valjean (Jackman), che per un furto di pane si ritrova a spendere 19 anni in galera, e ad affrontare una vita da eterno emarginato. La sua ricerca della redenzione,  la sua fuga dalla caccia all'uomo spettata dell'ispettore Javert (Crowe) sono il fulcro del film. Ci sono attimi di amaro divertimento, per alcuni personaggi c'è anche un lieto fine, ma "Les Misérables" è soprattutto una storia tragica.

 Il cast ci regala delle performance generalmente buone, se non addirittura impeccabili. Probabilmente la scelta più infelice è quella di Russel Crowe come Javert. Crowe, pur dando una buona prova d'attore, è purtroppo carente nel canto, e questo inficia parzialmente la riuscita del suo personaggio. Per quanto riguarda i grandi nomi del cast, a brillare sono soprattutto Hugh Jackman e Anne Hathaway.

 Hugh Jackman è conosciuto soprattutto per il ruolo di Wolverine nella serie di film legati agli X-Men, ma ha un consistente background proprio nel teatro musicale. La sua performance è solida sotto tutti i punti di vista, e è impossibile non farsi coinvolgere dal suo Jean Valjean in tutta la sua parabola. Difficile dire quale sia l'apice della sua prestazione in questo film, ma sicuramente merita una menzione "Bring Him Home", una canzone che è anche una preghiera per la salvezza di Marius, il giovane uomo di cui la sua figlia adottiva è innamorata
Performance straordinaria da parte di
Anne Hathaway, la sua Fantine non
PUÒ lasciare nessuno indifferente!

 La vera star del film, nonostante il tempo in scena del suo personaggio sia veramente ridotto, è Anne Hathaway. Fantine, madre di una figlia illegittima (la Cosette poi adottata da Valjean) ridotta prostituirsi e a morire per cercare di provvedere a sua figlia è il personaggio forse più tragico di tutta la storia.  Oltre alle lodi alla Hathaway (che ha già ottenuto un Golden Globe e è considerata in pole position per gli Oscar) bisogna però anche complimentarsi col regista per una scelta coraggiosa, forse discutibile ma sicuramente riuscita: aver voluto registrale le canzoni sul set in presa diretta. Normalmente per un film musical le canzoni vengono registrate prima di girare, per poi ricorrere al lyp-synching in fase di produzione, per una riuscita musicale migliore. La presa diretta ridà delle canzoni meno pulite e orecchiabili, ma dà al cast la stessa opportunità che hanno gli attori di un musical teatrale: interpretare la canzone nel momento esatto in cui avviene la scena, e in questo la Hathaway è SUPERBA: Fantine piange, singhiozza, la sua voce si spezza mentre canta di come la vita abbia distrutto i suoi sogni. La sua interpretazione di "I Dreamed a Dream" è ben diversa da quella normalmente sentita nel musical o nelle cover, è meno una superba prova di canto e molto più una prova di recitazione. Là dove la maggior parte dei musical riservano il cosiddetto "showstopper", il climax musicale dell'opera, al finale, Les Misérables lo piazza nella prima parte. È il punto in cui quello che fino a un minuto prima era un buon musical vi assesta un pugno nello stomaco e vi cattura definitivamente.

 Considerato che questo apice è piazzato nella prima parte del film è impressionante come la tensione emotiva venga mantenuta fino alla fine. Oltre alla performance già citata di Jackman/Valjean, il merito va al resto del cast. 

La scelta di Elena Bonham Carter e Sacha Baron Cohen per la parte dei Thénardier
è stata geniale, "Master of the House" è sicuramente uno si momenti migliori del
film, e uno dei pochi dove scappa qualche (amara) risata.

 Sacha Baron Cohen e Helena Bonham Carter forniscono un'amaramente esilarante rappresentazione dell'umanità più abietta con la loro interpretazione dei coniugi Thénardier: sfruttatori della giovanissima Cosette a loro affidata dalla madre, ladri, truffatori, sciacalli senza una qualità che possa redimerli. A loro sono riservati gli unici momenti di commedia del film, specialmente con la loro spassosa versione di "Master of the House", ma è un divertimento amaro.
Eddie Redmayne in "Empty Chairs at Empty
Tables" riesce a comunicare tutta la terribile
angoscia di chi è sopravvissuto a una
tragedia

 Ma oltre alle star, anche i giovani e meno noti attori che compongono il resto del cast non sono da meno. Eddie Redmayne, nella parte di Marius, giovane di buona famiglia ma di simpatie rivoluzionarie, innamorato di Cosette, ha il suo momento di gloria in "Empty Chairs at Empty Tables", un lamento per i suoi compagni caduti in una rivolta fallita nel sangue, così come Samantha Barks nella parte di Éponine Thénardier, amica di Marius, di lui innamorata ma non corrisposta, in cui porremmo ravvisare un parallelo con , tra tutti, Valjean: così come l'ex-galeotto è disposto, per amore, a lasciata andare la sua adorata figlia adottiva, Eponine infine rinuncia a Marius per poi morire sulle barricate. E una menzione va anche a Aaron Tveit nella parte del giovane rivoltoso Enjolras e al giovanissimo Daniel Huttlestone nella parte del monello Gavroche: altri due personaggi a cui è impossibile non affezionarsi, ma che incontreranno la loro fine nella repressione della rivolta del 1832.

 Tante emozioni e tanta sofferenza in questo film, ma se ne esce con una sensazione liberatoria… si parlava di catarsi, giusto? Sicuramente una cosa che questo film regala al pubblico è la possibilità di provare forti emozioni e, in una tradizione che risale almeno alla Grecia Classica, purificarsi da esse. È importante ricordare che questa è una delle funzioni fondamentali (se non LA funzione) di tutto quello che oggi viene considerato "intrattenimento": non spegnere il nostro cervello, ma sollevarlo e portarlo altrove...

 Ahimè, vorremmo poter concludere dicendo che "Les Misérables è un capolavoro perfetto", ma ha anche i suoi difetti: oltre alla performance canora non eccelsa di Russel Crowe, anche la fotografia qua e là lascia a desiderare, con un'enfasi eccessiva sui primi piani idrante le canzoni che detrae dalle ottime scenografie, e dei movimenti di camera che a volte sono troppo rapidi e sussultori, al punto da creare fastidio. Si tratta però di peccati veniali, per quello che è senza dubbio uno dei film meglio riusciti di questa stagione.

Il trailer:


@ Raistlinsama, Dita D'Inchiostro.

2 commenti:

  1. Conoscendo già la storia e avendo visto altri film in proposito ho letto la tua recensione con piacere pur non avendolo visto!!*.* Ho grandi aspettative dal cast soprattuto per Jean e Fantine che io trovo magnifici per la parte..!! Non vedo l'ora di vederlo e poter dare conferma <3

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  2. Invito - italiano
    Io sono brasiliano.
    Dedicato alla lettura di qui, e visitare il suo blog.
    ho anche uno, soltanto molto più semplice.
    'm vi invita a farmi visita, e, se possibile seguire insieme per loro e con loro. Mi è sempre piaciuto scrivere, esporre e condividere le mie idee con le persone, a prescindere dalla classe sociale, credo religioso, l'orientamento sessuale, o, di Razza.
    Per me, ciò che il nostro interesse è lo scambio di idee, e, pensieri.
    'm lì nel mio Grullo spazio, in attesa per voi.
    E sto già seguendo il tuo blog.
    Forza, pace, amicizia e felicità
    Per te, un abbraccio dal Brasile.
    www.josemariacosta.com

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